lunedì 15 ottobre 2012

XXVIII domenica del tempo ordinaria


 

Dal libro della Sapienza 7, 7-11

Pregai e mi fu elargita la prudenza, implorai e venne in me lo spirito di sapienza. La preferii a scettri e a troni, stimai un nulla la ricchezza al suo confronto, non la paragonai neppure a una gemma inestimabile, perché tutto l’oro al suo confronto è come un po’ di sabbia e come fango sarà valutato di fronte a lei l’argento. L’ho amata più della salute e della bellezza, ho preferito avere lei piuttosto che la luce, perché lo splendore che viene da lei non tramonta. Insieme a lei mi sono venuti tutti i beni; nelle sue mani è una ricchezza incalcolabile.

 

Salmo 89 - Saziaci, Signore, con il tuo amore

Insegnaci a contare i nostri giorni
e acquisteremo un cuore saggio.
Ritorna, Signore: fino a quando?
Abbi pietà dei tuoi servi!

Saziaci al mattino con il tuo amore:
esulteremo e gioiremo per tutti i nostri giorni.
Rendici la gioia per i giorni in cui ci hai afflitti,
per gli anni in cui abbiamo visto il male.

Si manifesti ai tuoi servi la tua opera
e il tuo splendore ai loro figli.
Sia su di noi la dolcezza del Signore, nostro Dio: +
rendi salda per noi l’opera delle nostre mani,
l’opera delle nostre mani rendi salda.


Dalla lettera agli Ebrei 4, 12-13

La parola di Dio è viva, efficace e più tagliente di ogni spada a doppio taglio; essa penetra fino al punto di divisione dell’anima e dello spirito, fino alle giunture e alle midolla, e discerne i sentimenti e i pensieri del cuore. Non vi è creatura che possa nascondersi davanti a Dio, ma tutto è nudo e scoperto agli occhi di colui al quale noi dobbiamo rendere conto.

 

Alleluia, alleluia alleluia.
Beati i poveri in spirito,
perché di essi è il regno dei cieli.
Alleluia, alleluia alleluia.


Dal vangelo secondo Marco 10, 17-30

In quel tempo, mentre Gesù andava per la strada, un tale gli corse incontro e, gettandosi in ginocchio davanti a lui, gli domandò: «Maestro buono, che cosa devo fare per avere in eredità la vita eterna?». Gesù gli disse: «Perché mi chiami buono? Nessuno è buono, se non Dio solo. Tu conosci i comandamenti: “Non uccidere, non commettere adulterio, non rubare, non testimoniare il falso, non frodare, onora tuo padre e tua madre”». Egli allora gli disse: «Maestro, tutte queste cose le ho osservate fin dalla mia giovinezza». Allora Gesù fissò lo sguardo su di lui, lo amò e gli disse: «Una cosa sola ti manca: va’, vendi quello che hai e dallo ai poveri, e avrai un tesoro in cielo; e vieni! Seguimi!». Ma a queste parole egli si fece scuro in volto e se ne andò rattristato; possedeva infatti molti beni. Gesù, volgendo lo sguardo attorno, disse ai suoi discepoli: «Quanto è difficile, per quelli che possiedono ricchezze, entrare nel regno di Dio!». I discepoli erano sconcertati dalle sue parole; ma Gesù riprese e disse loro: «Figli, quanto è difficile entrare nel regno di Dio! È più facile che un cammello passi per la cruna di un ago, che un ricco entri nel regno di Dio». Essi, ancora più stupiti, dicevano tra loro: «E chi può essere salvato?». Ma Gesù, guardandoli in faccia, disse: «Impossibile agli uomini, ma non a Dio! Perché tutto è possibile a Dio». Pietro allora prese a dirgli: «Ecco, noi abbiamo lasciato tutto e ti abbiamo seguito». Gesù gli rispose: «In verità io vi dico: non c’è nessuno che abbia lasciato casa o fratelli o sorelle o madre o padre o figli o campi per causa mia e per causa del Vangelo, che non riceva già ora, in questo tempo, cento volte tanto in case e fratelli e sorelle e madri e figli e campi, insieme a persecuzioni, e la vita eterna nel tempo che verrà».

Commento

Cari fratelli e care sorelle, i brani della Scrittura che oggi abbiamo ascoltato convergono tutti verso una domanda: qual è il senso della vita, per che cosa vale la pena vivere?

E’ quello che dice il libro della Sapienza quando afferma: “implorai e venne in me lo spirito di sapienza,... La preferii a scettri e a troni, stimai un nulla la ricchezza al suo confronto, ... Insieme a lei mi sono venuti tutti i beni; nelle sue mani è una ricchezza incalcolabile. L’autore afferma cioè che ha trovato ciò che dà senso alla sua vita, la cosa più importante che fa impallidire al confronto tutto quello che invece è comunemente ritenuto desiderabile e importante.

Anche il Salmo chiede la stessa cosa: “Insegnaci a contare i nostri giorni e acquisteremo un cuore saggio… Si manifesti ai tuoi servi la tua opera”, e infine nel Vangelo di Marco un uomo chiede a Gesù: “Maestro buono, che cosa devo fare per avere in eredità la vita eterna?

In modi e con parole diverse, queste domande chiedono tutte la stessa cosa: “Quale è il senso della vita? Per che cosa vale la pena spendere le nostre forze e le nostre giornate?” E’ la domanda che sta nel fondo del cuore di tutti gli uomini, non è solo un interrogativo per i filosofi, quelli che si intristiscono in elucubrazioni astratte. Possiamo dire che ogni azione della nostra vita, ogni aspetto del nostro vivere è il frutto del tentativo di trovare una risposta a questa domanda. Magari noi ce la poniamo in modo più sbrigativo e concreto, come ad esempio quando ci chiediamo: “che cosa me lo fa’ fare?” oppure “cosa mi conviene?” ecc…

Di certo, la risposta a questa domanda non può essere lasciata al caso, perché è troppo importante. Da essa dipende infatti non solo il nostro presente, ma tutto il futuro, anche quello dopo la morte fisica. Infatti il giovane ricco si interroga proprio su come la vita può essere resa non effimera e legata all’esperienza del momento che fugge, ed infatti chiede “la vita eterna”. Gesù capisce il senso di questa domanda ed infatti rispondendo alla sua domanda di “vita eterna” non gli risponde parlandogli dell’aldilà, ma di quello che deve fare subito, ed ai discepoli turbati per le difficoltà del momento attuale non promette solo un premio dopo la morte, una sorta di ricompensa a posteriori, ma il centuplo fin da subito, e la vita eterna nel tempo che verrà. La “vita eterna” comincia infatti da subito, è la vita vera, la sapienza, la pienezza, la vita vera, di cui così spesso parla la Scrittura. La vita vera infatti è la dimensione nella quale Dio pensa tutta intera la vita dell’uomo, e per questo essa non significa solo star bene oggi, non è limitata nell’orizzonte della nostra esperienza terrena, delle soddisfazioni o insoddisfazioni passeggere, ma supera ogni confine di spazio e di tempo, ci apre all’universalità e all’eternità. Potremmo dire, semplificando un po’, che il paradiso o l’inferno lo si comincia a vivere da subito e la morte fisica comporta solo di renderlo definitivo.

Ecco perché è importante porci questa domanda, e la Scrittura ce lo suggerisce ogni momento: valuta, decidi, scegli, è troppo importante la vita per viverla così come capita o semplicemente seguendo l’esempio di come fanno tutti. E’ quello che dice il Salmo di oggi: “Insegnaci a contare i nostri giorni e acquisteremo la saggezza”. Cioè è sapiente chi non lascia passare nessun giorno senza porsi la domanda di qual è il modo migliore di viverlo, poiché sa che ogni giornata ha il suo valore e la sua importanza. Quante volte ci capita invece di lasciarsi scorrere la vita come capita, senza che nemmeno ci rendiamo conto del modo con cui l’abbiamo spesa, seguendo solo le abitudini scontate e ripetitive?

Cerchiamo allora oggi di lasciarci interrogare dalla Scrittura e di cogliere le indicazioni preziose che ci dona su questo tema così decisivo.

La prima l’abbiamo già sottolineata: l’importanza di acquisire una coscienza più profonda su per che cosa vale la pena di vivere. E’ la vera sapienza, più preziosa della ricchezza e della bellezza, di cui ci parla la prima lettura.

Il salmo aggiunge il fatto che il significato della nostra vita non dobbiamo inventarcelo noi, come una trovata originale, da artista. Piuttosto esso si trova nel compiere il volere di Dio, cioè quel disegno buono e quelle opere preparate da lui perché ciascuno di noi le compia e diano pienezza ad un’esistenza veramente umana.

Infine il vangelo ci presenta il caso di un uomo giovane e ricco che si pone la domanda di cui parlavamo, e da essa parte per entrare in colloquio con Gesù. Sì, perché senza vivere una domanda interiore profonda non si esce da se stessi e si parla solo con sé rispondendosi con la scontatezza della sapienza a buon mercato di questo mondo. A partire dalla ricerca sul senso dalla vita nasce il colloquio con Gesù che è la preghiera, e il Signore si lascia volentieri interrogare da chi coltiva la ricerca di senso. Le Scritture infatti, come ad esempio il brano del Vangelo di oggi, sono piene di esempi simili. La risposta di Gesù è piena di amore: “Gesù fissò lo sguardo su di lui, lo amò e gli disse” e sostanzialmente si riassume in due comandamenti: usare le proprie risorse non solo per se stessi, ma anche per gli altri, e seguire Gesù. Cioè, dice il Signore, il senso della vita, ciò per cui vale la pena spenderla, va cercato al di fuori di se stesso. Il nostro bene è uscire dalla gabbia dell’io per cercare l’altro, che sono il prossimo e Dio. Per fare nostro questa preziosa indicazione del Signore domandiamoci allora quanto del nostro tempo è speso per gli altri, quante energie, quante speranze, rispetto allo spazio che occupiamo con la cura di noi stessi. E, in modo particolare, Gesù indica fra “gli altri” proprio i più piccoli e poveri, come quelli che devono avere maggiore spazio nella nostra vita: “va’, vendi quello che hai e dallo ai poveri, e avrai un tesoro in cielo”.

Quell’uomo pensò che era troppo difficile per lui e se ne andò infelice, così come anche i discepoli erano intristiti dalle difficoltà della vita presente.

E’ quello che capita spesso anche a noi: La Parola di Dio ci sembra troppo esigente e preferiamo restare prigionieri della nostra insoddisfazione piuttosto che obbedire ai suoi suggerimenti e trovare la vera felicità che viene da una vita piena di significato e ben spesa. Lasciamoci condurre amorevolmente dal Signore a compiere le opere che egli desidera, scopriremo che la nostra vita si riempie di senso, si moltiplica la felicità e si centuplica il bene che viviamo. Non vivremo più schiacciati sul presente, sui suoi affanni e difficoltà, ma con una prospettiva lunga e ampia, come quella di una vita resa eterna dall’amore per gli altri. A questa beatitudine siamo invitati perché fin da subito possiamo godere della vita vera che non passa, ma è eterna, in compagnia di Dio e del prossimo.

 

Preghiere

 

O Padre di eterna bontà, ascolta l’invocazione dei tuoi figli che cercano con fiducia la vita vera. Dona a ciascuno di noi la possibilità di vivere fin da ora la gioia moltiplicata dal tuo amore e, nel tempo che verrà, la vita eterna.

Noi ti preghiamo

 

Signore Gesù fa’ che cerchiamo il senso della nostra esistenza nel vivere per gli altri. Come tu stesso hai fatto con noi e con l’umanità intera, fa’ che le nostre risorse e talenti siano offerti per il bene di tutti.

Noi ti preghiamo

 

O Gesù amico di tutti, vieni in nostro aiuto quando siamo tristi e sfiduciati, torna a parlarci, perché rafforzati dal tuo esempio sappiamo che per essere felici bisogna aprirsi agli altri e confidare in Dio.

Noi ti preghiamo

 

Signore misericordioso perdonaci per quando chiudiamo il cuore e le mani al fratello. Fa’ che non viviamo tristi e preoccupati solo di noi stessi, ma sappiamo donare agli altri per ricevere il centuplo fin da ora e la vita eterna in futuro.

Noi ti preghiamo

 

Padre del cielo accogli le invocazioni di aiuto di tutti coloro che sono nel bisogno. Aiuta i malati, i sofferenti e i poveri, perché ricevano consolazione e sostegno.

Noi ti preghiamo

 

Ti preghiamo o Dio buono per tutti quelli che sono in ricerca: per gli incerti, i dubbiosi, per chi non trova la strada da percorrere per la propria vita. Fa che nel loro cammino incontrino te e accogliendo l’invito del Vangelo ti seguano e ottengano la vita vera.

Noi ti preghiamo.

 

Dio misericordioso sostieni tutti coloro che si affaticano per il vangelo, gli annunciatori della buona novella, chi invoca lo Spirito santo e vive la pace. Sostieni gli sforzi degli uomini di buona volontà che cercano il bene, ovunque nel mondo.

Noi ti preghiamo

 

O Padre del cielo ti preghiamo per questa nostra città, perché sia accogliente con chi ha bisogno, attenta a chi soffre, umana con tutti. Rendi ciascuno di noi fin da ora cittadini del regno di pace e giustizia che tu prepari per gli uomini.

Noi ti preghiamo

 

 

 

 

 

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