giovedì 26 dicembre 2013

Festa della Santa Famiglia - 29 dicembre 2013


 

 

Dal libro di Siracide 3, 3-7.14-17

Il Signore ha glorificato il padre al di sopra dei figli e ha stabilito il diritto della madre sulla prole. Chi onora il padre espia i peccati e li eviterà  e la sua preghiera quotidiana sarà esaudita. Chi onora sua madre è come chi accumula tesori. Chi onora il padre avrà gioia dai propri figli e sarà esaudito nel giorno della sua preghiera. Chi glorifica il padre vivrà a lungo, chi obbedisce al Signore darà consolazione alla madre. Figlio, soccorri tuo padre nella vecchiaia, non contristarlo durante la sua vita. Sii indulgente, anche se perde il senno,  e non disprezzarlo, mentre tu sei nel pieno vigore. L’opera buona verso il padre non sarà dimenticata, otterrà il perdono dei peccati, rinnoverà la tua casa.

 

Salmo 127 - Beato chi teme il Signore e cammina nelle sue vie.

Beato chi teme il Signore
e cammina nelle sue vie.
Della fatica delle tue mani ti nutrirai,
sarai felice e avrai ogni bene.

La tua sposa come vite feconda
nell’intimità della tua casa;
i tuoi figli come virgulti d’ulivo
intorno alla tua mensa.

Ecco com’è benedetto +
l’uomo che teme il Signore.
Ti benedica il Signore da Sion.
Possa tu vedere il bene di Gerusalemme
tutti i giorni della tua vita! 


Dalla lettera di san Paolo apostolo ai Colossesi 3, 12-21

Fratelli, scelti da Dio, santi e amati, rivestitevi di sentimenti di tenerezza, di bontà, di umiltà, di mansuetudine, di magnanimità, sopportandovi a vicenda e perdonandovi gli uni gli altri, se qualcuno avesse di che lamentarsi nei riguardi di un altro. Come il Signore vi ha perdonato, così fate anche voi. Ma sopra tutte queste cose rivestitevi della carità, che le unisce in modo perfetto. E la pace di Cristo regni nei vostri cuori, perché ad essa siete stati chiamati in un solo corpo. E rendete grazie! La parola di Cristo abiti tra voi nella sua ricchezza. Con ogni sapienza istruitevi e ammonitevi a vicenda con salmi, inni e canti ispirati, con gratitudine, cantando a Dio nei vostri cuori. E qualunque cosa facciate, in parole e in opere, tutto avvenga nel nome del Signore Gesù, rendendo per mezzo di lui grazie a Dio Padre. Voi, mogli, state sottomesse ai mariti, come conviene nel Signore. Voi, mariti, amate le vostre mogli e non trattatele con durezza. Voi, figli, obbedite ai genitori in tutto; ciò è gradito al Signore. Voi, padri, non esasperate i vostri figli, perché non si scoraggino. 

 

Alleluia, alleluia, alleluia.
La pace di Cristo regni nei vostri cuori;
la parola di Cristo abiti tra voi nella sua ricchezza.
Alleluia, alleluia, alleluia.


Dal vangelo secondo Matteo 2, 13-15. 19-23

I Magi erano appena partiti, quando un angelo del Signore apparve in sogno a Giuseppe e gli disse: «Àlzati, prendi con te il bambino e sua madre, fuggi in Egitto e resta là finché non ti avvertirò: Erode infatti vuole cercare il bambino per ucciderlo». Egli si alzò, nella notte, prese il bambino e sua madre e si rifugiò in Egitto, dove rimase fino alla morte di Erode, perché si compisse ciò che era stato detto dal Signore per mezzo del profeta: «Dall’Egitto ho chiamato mio figlio». Morto Erode, ecco, un angelo del Signore apparve in sogno a Giuseppe in Egitto e gli disse: «Àlzati, prendi con te il bambino e sua madre e va’ nella terra d’Israele; sono morti infatti quelli che cercavano di uccidere il bambino». Egli si alzò, prese il bambino e sua madre ed entrò nella terra d’Israele. Ma, quando venne a sapere che nella Giudea regnava Archelao al posto di suo padre Erode, ebbe paura di andarvi. Avvertito poi in sogno, si ritirò nella regione della Galilea e andò ad abitare in una città chiamata Nàzaret, perché si compisse ciò che era stato detto per mezzo dei profeti: «Sarà chiamato Nazareno».

Commento

Cari fratelli e care sorelle, la liturgia odierna, dedicata alla Famiglia di Gesù, ci propone quest’anno di porre la nostra attenzione sulla figura di Giuseppe. Egli è un uomo definito dal Vangelo “giusto”, poiché, quando scoprì che sua moglie era in cinta, non la espose al rischio della condanna per adulterio, ma cercò un modo per allontanarla senza fare scalpore. La famiglia di Gesù muove i suoi primi passi, ancor prima del matrimonio, in una situazione di grande incertezza. Infatti la giustizia di Giuseppe non è sufficiente a evitare che lui, pur senza voler fare del male a nessuno, cercasse di allontanare da sé Gesù, già presente nel seno di Maria. Questo fatto, paradossale ma reale, ci fa vedere fin dall’inizio come la famiglia nella quale Gesù crebbe, con accanto la presenza amorevole di Maria e Giuseppe, ed ogni famiglia che vuole avere Gesù al suo interno, non può bastare che sia fondata sull’onestà, la correttezza nei rapporti, non è sufficiente che il marito e la moglie non vogliano farsi del male l’uno all’altro. Giuseppe accetta di prendere Gesù con sé, di accoglierlo e proteggerlo perché ascolta l’angelo che gli si presenta in sogno, cambiando la sua visione delle cose.

Nel Vangelo non è riportata nessuna parola di Giuseppe, egli infatti è uomo dell’ascolto che si fa decisione e azione. Infatti ancora una volta nel Vangelo di oggi ci viene presentato Giuseppe che riceve sempre in sogno la visione dell’angelo che gli dice di prendere Gesù e di portarlo lontano dal pericolo di Erode che voleva ucciderlo, poi di nuovo l’angelo lo avverte in sogno di tornare a casa perché il pericolo è cessato ed infine sempre un angelo in sogno gli indica il luogo in cui stabilirsi in modo definitivo: Nazareth.

L’Evangelista Matteo sottolinea come tutte queste indicazioni sono motivate dal fatto che così si sarebbe realizzata la Parola di Dio che aveva già parlato del Signore Gesù.

Giuseppe dunque viene descritto come l’uomo dei sogni, cioè capace di guardare alla realtà andando al di là dell’apparenza più evidente e scontata, quella materialità superficiale ed evidente a cui tante volte l’uomo è portato a limitarsi, per cercare di scorgere invece la realtà più profonda delle situazioni e delle vicende della vita, quel sogno di Dio che cerca di dirigere la nostra vita secondo un progetto di bene. In questa realtà profonda Giuseppe incontra l’angelo, cioè colui che esprime la voce di Dio, che lo mette a parte dei suoi disegni che spesso si discostano dai sentieri ordinari nei quali la vita sembra destinata a scorrere. Infine Giuseppe esegue questa Parola, cioè la tramuta in decisioni ed azioni, facendo sì che essa si realizzi concretamente.

Per questo nel Vangelo non c’è bisogno che Giuseppe parli, non ha importanza che egli esprima col suo discorso il suo volere, perché egli invece ha il compito ben superiore di fare spazio a Dio cha parla e a realizzare il suo volere, non il proprio. Per questo Giuseppe ci sembra un personaggio minore, con una personalità che non emerge, pallido ed evanescente, che non si impone e non esprime la sua volontà. Al contrario la sua volontà è decisiva, ed è quella che permette a Gesù di sopravvivere alla minaccia di morte, perché è volontà di aderire al progetto di Dio.

Anche Maria, come già abbiamo notato altre volte, sembra una figura remissiva e priva di volontà propria, perché si adegua al volere di Dio, senza imporre il proprio.

Ma è proprio per questo che oggi essi ci sono offerti, in questa festa della Famiglia di Gesù, come modello esemplare per tutte le famiglie. È il loro accogliere e fare propria la volontà di Dio, senza scegliere per un protagonismo esibizionista di sé, che permette loro di avere sempre al centro della propria vita Gesù, anche se per loro non è sempre facile: andranno incontro a incomprensioni e forse delusioni, rispetto all’itinerario che avevano immaginato e sperato per la propria famiglia, ma non importa, quello che interessa loro è che si realizzi non la loro, ma la volontà di Dio.

L’Apostolo Paolo mette in luce in quale modo questa volontà si può realizzare concretamente nell’ambiente familiare. Quando egli dice: “Voi, mogli, state sottomesse ai mariti, come conviene nel Signore. Voi, mariti, amate le vostre mogli e non trattatele con durezza. Voi, figli, obbedite ai genitori in tutto; ciò è gradito al Signore. Voi, padri, non esasperate i vostri figli, perché non si scoraggino” ci propone un modello di famiglia in cui ciascun membro considera il bene dell’altro superiore al proprio interesse individuale. Ciascuno deve sentire la responsabilità di essere utile alla realizzazione del bene degli altri, prima e al posto di cercare la propria realizzazione. Ciascuno prima di poter rivendicare diritti deve farsi carico del dovere primario e superiore di voler bene agli altri. Questo consente, anche negli inevitabili momenti di difficoltà nei rapporti, di seguire il comando dell’amore che Gesù per primo ha vissuto, anteponendo il nostro bene a quello suo personale.

A qualcuno questo può sembrare remissività o mancanza di personalità, ma io credo che la nostra migliore personalità la esprimiamo quando cerchiamo di modellarci sull’esempio della persona di Gesù, senza far emergere incontrollati gli istinti e la naturalezza di comportamenti e atteggiamenti che sono dettati dal caso o dalle abitudini. Meglio, come Giuseppe e Maria, farsi umili ascoltatori di una Parola che indica un cammino diverso, magari non comprendendo tutto e subito, come avvenne spesso a loro due, ma fidandosi che nel sogno di una vita più umana con il quale Dio ci parla si nasconde il segreto della propria e dell’altrui felicità.

 
 
 
 
Preghiere
O Signore, fa sognare anche noi, come Giuseppe, una realtà più vera e più bella di quella che già conosciamo, perché cercando la sua realizzazione viviamo sempre in tua compagnia,
Noi ti preghiamo
 
O Dio che mandi a Giuseppe l’angelo che lo guida e lo consiglia, fatti presente anche a noi con la tua Parola che ci indica la via sulla quale incontrarti,
Noi ti preghiamo
 Con Giuseppe e Maria o Dio tu ci vuoi mostrare un modello di famiglia nella quale al centro c’è Gesù. Aiutaci a vivere anche noi così, senza perdere mai di vista la priorità di cercare la tua volontà,
Noi ti preghiamo
Sostieni e illumina o Signore Gesù i passi di quanti soffrono per le incomprensioni e i dissidi familiari. Dona la tua pace a chi oggi è in conflitto e il tuo perdono a chi compie il male,
Noi ti preghiamo
Proteggi o Padre la tua Chiesa ovunque diffusa, perché sia famiglia di chi non ha famiglia, guida dei deboli e dei disorientati, amica di chi è nelle difficoltà,
Noi ti preghiamo
Sostieni i passi di chi nel mondo costruisce la famiglia dei discepoli, radunando in unità quanti desiderano imitarti e servirti. Proteggi gli sforzi di coloro che annunciano il Vangelo e testimoniano il tuo amore,
Noi ti preghiamo.
Ti ringraziamo o Padre del dono di un papa buono e umile, che ci indica la strada del Vangelo con le sue parole e i suoi gesti. Fa’ che ottenga la conversione dei cuori di coloro ai quali annuncia la tua Parola,
Noi ti preghiamo
Raduna in unità o Dio la tua famiglia divisa. Per le Chiese e le comunità cristiane che ti invocano, perché trovino presto la comunione di quelli che si riconoscono figli dell’unico Dio,
Noi ti preghiamo
 
 
 



Nessun commento:

Posta un commento