giovedì 26 dicembre 2013

IV domenica di Avvento - 22 dicembre 2013


 


Dal libro del profeta Isaia 7, 10-14

In quei giorni, il Signore parlò ad Acaz: «Chiedi per te un segno dal Signore, tuo Dio, dal profondo degli inferi oppure dall’alto». Ma Àcaz rispose: «Non lo chiederò, non voglio tentare il Signore». Allora Isaìa disse: «Ascoltate, casa di Davide! Non vi basta stancare gli uomini, perché ora vogliate stancare anche il mio Dio? Pertanto il Signore stesso vi darà un segno. Ecco: la vergine concepirà e partorirà un figlio, che chiamerà Emmanuele».

 

Salmo 23 - Viene il Signore, re della gloria.

Del Signore è la terra e quanto contiene:
il mondo, con i suoi abitanti.
È lui che l’ha fondato sui mari
e sui fiumi l’ha stabilito.

Chi potrà salire il monte del Signore?
Chi potrà stare nel suo luogo santo?
Chi ha mani innocenti e cuore puro,
chi non si rivolge agli idoli.

Egli otterrà benedizione dal Signore,
giustizia da Dio sua salvezza.
Ecco la generazione che lo cerca,
che cerca il tuo volto, Dio di Giacobbe.


Dalla lettera di san Paolo apostolo ai Romani 1, 1-7

Paolo, servo di Cristo Gesù, apostolo per chiamata, scelto per annunciare il vangelo di Dio – che egli aveva promesso per mezzo dei suoi profeti nelle sacre Scritture e che riguarda il Figlio suo, nato dal seme di Davide secondo la carne, costituito Figlio di Dio con potenza, secondo lo Spirito di santità, in virtù della risurrezione dei morti, Gesù Cristo nostro Signore; per mezzo di lui abbiamo ricevuto la grazia di essere apostoli, per suscitare l’obbedienza della fede in tutte le genti, a gloria del suo nome, e tra queste siete anche voi, chiamati da Gesù Cristo-, a tutti quelli che sono a Roma, amati da Dio e santi per chiamata, grazia a voi e pace da Dio, Padre nostro, e dal Signore Gesù Cristo!

 

Alleluia, alleluia alleluia.
La vergine darà alla luce un figlio:
sarà chiamato: «Dio con noi ».
Alleluia, alleluia alleluia.

 

Dal vangelo secondo Matteo 1, 18-24

Così fu generato Gesù Cristo: sua madre Maria, essendo promessa sposa di Giuseppe, prima che andassero a vivere insieme si trovò incinta per opera dello Spirito Santo. Giuseppe suo sposo, poiché era uomo giusto e non voleva accusarla pubblicamente, pensò di ripudiarla in segreto. Però, mentre stava considerando queste cose, ecco, gli apparve in sogno un angelo del Signore e gli disse: «Giuseppe, figlio di Davide, non temere di prendere con te Maria, tua sposa. Infatti il bambino che è generato in lei viene dallo Spirito Santo; ella darà alla luce un figlio e tu lo chiamerai Gesù: egli infatti salverà il suo popolo dai suoi peccati». Tutto questo è avvenuto perché si compisse ciò che era stato detto dal Signore per mezzo del profeta: «Ecco, la vergine concepirà e darà alla luce un figlio: a lui sarà dato il nome di Emmanuele», che significa “Dio con noi”. Quando si destò dal sonno, Giuseppe fece come gli aveva ordinato l’angelo del Signore e prese con sé la sua sposa.

Commento

Cari fratelli e care sorelle, siamo alle porte del Natale. In queste settimane ci siamo preparati a questo evento e ci siamo accorti della presenza  nella nostra vita dei segni di una certa resistenza a desiderare che nasca qualcosa di nuovo e mentre nel tempo che viviamo, attorno a noi e anche dentro di noi, tanti sono i motivi per cui invece bisogna, con ansia e con fretta, attendere la realizzazione delle visioni che i profeti, Giovanni battista e tanti altri uomini spirituali e dal cuore largo nel corso della storia hanno coltivato interpretando i segni dei tempi per il bene del mondo.

E’ quanto abbiamo ascoltato nella prima lettura. Acaz era re d’Israele e gli eserciti nemici minacciavano Gerusalemme. Dice Isaia pochi passi prima di quello ceh abbiamo ascoltato,: “Allora il suo cuore e il cuore del suo popolo si agitarono, come si agitano gli alberi della foresta per il vento.” Sì, il timore agita i cuori perché cresce attorno a noi un clima di ostilità e aggressività diffusa: la violenza esplode in modo incontrollato, e i rapporti umani sembrano sempre più sfilacciarsi in un clima di sorda ostilità e antipatia: il Nord contro il Sud, gli italiani contro gli immigrati, chi è precario contro chi si è sistemato, e così via. Basta a volte veramente poco, futili motivi, ad accendere la miccia che  scatena correnti di odio. Viviamo in un mondo agitato, come foglie per il vento.

Di fronte a questa situazione il profeta Isaia invita Acaz a chiedere a Dio un segno che indichi la strada per uscire da questa situazione di paura: il Signore parlò ad Acaz: «Chiedi per te un segno dal Signore, tuo Dio, …». Ma Àcaz rispose: «Non lo chiederò». Il timore infatti consiglia di fidarci solo di noi stessi, di far conto sulle proprie forze, e fa credere inutile o inopportuno chiedere aiuto persino a Dio. “Allora Isaia disse: «Ascoltate, casa di Davide! Non vi basta stancare gli uomini, perché ora vogliate stancare anche il mio Dio? Pertanto il Signore stesso vi darà un segno. Ecco: la vergine concepirà e partorirà un figlio, che chiamerà Emmanuele».”

Nonostante la sfiducia degli uomini Dio manda un segno che è un segno di contraddizione, cioè esattamente il contrario di quello che ci aspetteremmo. Cosa può fare un bambino davanti all’esercito nemico? A cosa serve la debolezza per vincere le correnti di odio, l’ingenuità e la fragilità per fronteggiare l’arroganza violenta?

Anche Giuseppe, come abbiamo ascoltato dal Vangelo, visse una simile situazione. Trovandosi in un momento difficile, dopo la gravidanza fuori dal normale di Maria, cercava fra se e se la soluzione a questo suo dramma familiare. Voleva trovare quella con meno conseguenze, la più semplice per passare inosservati e non dovere subire le critiche o, peggio, la condanna di Maria come adultera. Ma in fondo la scelta di Giuseppe, pur onesta e pacata, senza scandali e clamore, era quella, di nuovo, come per Acaz, di lasciar fuori Dio, di escluderlo dall’orizzonte della propria vita, e di agire secondo le consuetudini o il buon senso comune. E non è questa la tentazione che viviamo costantemente anche noi? Davanti alle difficoltà, ai pericoli, o semplicemente alle scelte importanti della vita, l’atteggiamento più normale e che ci viene istintivo, anche agendo onestamente, non è forse quello di mettere da parte Dio e cercare di prendere le nostre decisioni escludendo lui e i segni che Egli ci mette innanzi per trovare la via giusta da intraprendere?

Chiediamoci onestamente: quante volte ci è capitato di decidere qualcosa di importante cercando da Dio, dal suo Vangelo le indicazioni per il nostro agire?

Ma l’angelo viene da Giuseppe e gli parla. È la Parola di Dio che viene rivolta anche da noi e ci suggerisce di non “non temere”, lo stesso incoraggiamento che aveva rivolto a Maria l’angelo Gabriele al momento dell’annuncio della sua gravidanza straordinaria: “Non temere” ed è lo stesso invito che gli angeli rivolgono ai pastori stupiti del coro notturno che li invitava ad andare verso la grotta di Betlemme: “Non abbiate timore!

Sì, c’è bisogno di trovare il coraggio per scelte buone, secondo la volontà di Dio, anche se sono controcorrente e ci sembrano pericolose, ma questo coraggio non ci viene dal diventare duri, sprezzanti del pericolo e forti per far fronte alle durezze della vita. L’agitazione del timore non lo vinciamo mettendoci al riparo dietro le corazze resistenti. La paura è dentro di noi, non la vinciamo difendendoci contro l’esterno. Il coraggio di Dio, quello vero, viene dall’ascolto dell’angelo che ci dice: “Non temere!” non aver paura degli altri, come fossero pericolosi. Non aver paura di incontrare e essere amico con i poveri, gli immigrati, i poveracci, come fossero una minaccia. Non aver paura di scoprirti con sentimenti di tenerezza, di misericordia, di pietà per gli altri, tutti, anche chi sbaglia e magari ci ha nuociuto, come se questo fosse una debolezza rischiosa.

Il segno che l’angelo invita Giuseppe ad accogliere per affrontare coraggiosamente la situazione difficile che gli si presenta è infatti qualcosa di piccolo e delicato: “il bambino che è generato in lei viene dallo Spirito Santo”. E’ lo stesso segno inviato ad Acaz, impaurito dagli eserciti nemici, è lo stesso segno mandato a noi, spaventati e agitati da mille preoccupazioni. Facciamo spazio dentro di noi al bambino che lo Spirito santo suscita. E’ il bambino della tenerezza per chi sta male, è il bambino che ha fiducia nel Padre buono che ci guida, è il bambino che è felice di stare con gli altri e non è diffidente e scontroso. Sì, lo Spirito vuole scendere su di noi e in questa ultima domenica di Avvento ci invita ad attendere il Natale tornando bambini, cioè a rinascere dall’alto, come Gesù esorta Nicodemo a fare, a non far vincere un senso di sé da adulto che la sa lunga, è pessimista e disilluso e che crede impossibile ogni cambiamento e bolla le grandi visioni di pace e giustizia sul mondo come delle pericolose utopie da sfatare. Se accogliamo il bambino generato dallo Spirito in noi incontreremo l’Emanuele, cioè Dio che sta con noi, è dalla nostra parte, ci guida e ci protegge. E questa è l’unica forza che ci mette al riparo da ogni paura e ci comunica il coraggio della fiducia in un futuro pieno di bene.

Preghiere
O Signore che vieni a visitare la nostra vita, ti preghiamo oggi di sconfiggere ogni nostra paura e di vincere la chiusura dei cuori. Fa’ che come bambini sappiamo stupirci di quanto amore ci dimostri venendo a vivere in mezzo a noi.
Noi ti preghiamo
O Dio Padre onnipotente, guarda con amore al nostro mondo, ancora così diviso dagli odi e segnato dalla violenza. Fa’ che la nascita del tuo Figlio unigenito porti in ogni luogo pace fra gli uomini e gloria al tuo nome.
Noi ti preghiamo
Come Giuseppe o Signore, anche noi siamo presi tante volte dal dubbio e dal timore che ci fa’ allontanare da te. Ti preghiamo, manda l’angelo della tua Parola a suggerirci la via giusta per prenderti con noi e restare sempre con te.
Noi ti preghiamo
Proteggi o Dio del cielo, tutte le vite che nascono deboli e indifese, liberale da ogni minaccia e fa’ che crescano con qualcuno accanto che si prende cura di loro con amore.
Noi ti preghiamo
Guarda con amore o Dio questa famiglia riunita nel tuo nome, perché accogliamo sempre con gioia l’invito a radunarci attorno alla tua mensa per ascoltarti e nutrirci del tuo corpo e sangue.
Noi ti preghiamo
Benedici e libera da ogni male i nostri fratelli che vivono nella guerra. Per il Centrafrica, la Siria, l’Afghanistan, e tutti i paesi nei quali infuria la violenza fratricida, manda presto o Dio la pace,
Noi ti preghiamo
Consola o Dio tutti coloro che sono nel dolore e in modo particolare proteggi la vita di chi non ha casa e soffre in questi giorni per la durezza del clima. Fa’ che trovino il calore della vicinanza dei fratelli e delle sorelle.
Noi ti preghiamo
Guida e proteggi o Signore i tuoi figli ovunque dispersi, specialmente coloro che vivono nella persecuzione e nella violenza. Fa’ che la forza del Vangelo prevalga su ogni male e susciti nei cuori sentimenti di benevolenza e pace.
Noi ti preghiamo
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 

 
 
 
 

Nessun commento:

Posta un commento