sabato 31 dicembre 2016

Festa di S. Maria Madre di Dio - Anno A - 1 gennaio 2017




Dal libro dei Numeri 6,22-27
Il Signore parlò a Mosè e disse: «Parla ad Aronne e ai suoi figli dicendo: “Così benedirete gli Israeliti: direte loro: Ti benedica il Signore e ti custodisca. Il Signore faccia risplendere per te il suo volto e ti faccia grazia. Il Signore rivolga a te il suo volto e ti conceda pace”. Così porranno il mio nome sugli Israeliti e io li benedirò».

Salmo 66 - Dio abbia pietà di noi e ci benedica.
Dio abbia pietà di noi e ci benedica,
su di noi faccia splendere il suo volto;
perché si conosca sulla terra la tua via,
la tua salvezza fra tutte le genti.

Gioiscano le nazioni e si rallegrino, +
perché tu giudichi i popoli con rettitudine,
governi le nazioni sulla terra.

Ti lodino i popoli, o Dio,
ti lodino i popoli tutti.
Ci benedica Dio e lo temano
tutti i confini della terra.

Dalla lettera di san Paolo apostolo ai Gàlati 4,4-7
Fratelli, quando venne la pienezza del tempo, Dio mandò il suo Figlio, nato da donna, nato sotto la Legge, per riscattare quelli che erano sotto la Legge, perché ricevessimo l’adozione a figli. E che voi siete figli lo prova il fatto che Dio mandò nei nostri cuori lo Spirito del suo Figlio, il quale grida: Abbà! Padre! Quindi non sei più schiavo, ma figlio e, se figlio, sei anche erede per grazia di Dio.

Alleluia, alleluia alleluia.
Dio ha parlato ai padri per mezzo dei profeti;
oggi parla a noi per mezzo del Figlio.
Alleluia, alleluia alleluia.

Dal vangelo secondo Luca 2,16-21
In quel tempo, [i pastori] andarono, senza indugio, e trovarono Maria e Giuseppe e il bambino, adagiato nella mangiatoia. E dopo averlo visto, riferirono ciò che del bambino era stato detto loro. Tutti quelli che udivano si stupirono delle cose dette loro dai pastori. Maria, da parte sua, custodiva tutte queste cose, meditandole nel suo cuore. I pastori se ne tornarono, glorificando e lodando Dio per tutto quello che avevano udito e visto, com’era stato detto loro. Quando furono compiuti gli otto giorni prescritti per la circoncisione, gli fu messo nome Gesù, come era stato chiamato dall’angelo prima che fosse concepito nel grembo.

Commento
Cari fratelli e care sorelle, iniziamo oggi un nuovo anno della nostra vita e con una felice coincidenza quest’anno esso ci raduna qui in chiesa per celebrare la memoria domenicale della resurrezione del Signore. Sì, un nuovo anno nasce oggi sotto il segno della vittoria della vita sulla morte, del bene sul male, della gioia sulla tristezza.
Il primo gennaio si celebra nella Chiesa la festa di Maria Madre di Dio e la giornata mondiale della pace, istituita esattamente 50 anni fa da Paolo VI. Le due memorie concordano felicemente, perché Maria con la sua maternità ha aperto al mondo le porte per l’ingresso della pace vera, non quella del mondo, ma quella che Dio dona, della quale Gesù è principe, portatore e suscitatore. Infatti possiamo constatare con evidenza come dove il Signore è di casa, dove egli è amato e invocato la pace regna con lui; dove al contrario egli è respinto, combattuto e odiato la pace non resiste e regna la violenza e l’ostilità. Per questo ogni chiesa, ogni cappella, anche la più umile e periferica sono una casa di pace e la gente che vi si raduna è pervasa da questo spirito. Anche noi, qui troviamo lo spirito della pace vera, la sperimentiamo, la apprendiamo come un alfabeto e una grammatica della vita. La chiesa è uno spazio liberato dall’odio, dove la violenza non ha posto e tradizionalmente, fin dall’antichità, in chiesa si entra senza armi, e chi si rifugia in chiesa è protetto dal sopruso e dagli uomini armati. Proprio per questo succede che chi odia il nome di Dio e non sopporta che egli regni sulla vita della gente distrugga le chiese e gli altri luoghi di culto, a volte facendo anche strage, perché ha paura e non sopporta l’umanità mite e pacifica di quanti le frequentano. Che scopo militare o di potere potrebbe avere infatti la distruzione di una chiesa o di una comunità di persone inermi in preghiera, se non per la paura che essi esercitano su chi pratica e predica l’odio come legge della vita?
La chiesa in questo senso rappresenta bene anche la persona di Maria, tempio e custode del Signore Gesù, in lei amorevolmente accolto e custodito per essere donato al mondo. Così sia anche per noi: come Maria questo luogo santo accoglie e custodisce amorevolmente Gesù per donarcelo ogni domenica e ogni volta che in essa preghiamo, affinché attraverso di noi giunga al mondo intero.
Abbiamo ascoltato che i pastori, gente grezza, ignorante e anche lontana dai circuiti della vita ordinaria, si recarono in quella stalla, divenuta la prima chiesa per la presenza di Gesù che si rendeva per la prima volta avvicinabile da tutti, attratti dalla straordinarietà di quel luogo: gli angeli li invitano a trovarvi il segno sotto il quale mettere al sicuro la propria vita, la fonte della pace , la salvezza da ogni male. Essi vi furono attratti perché era un luogo straordinario. Stiamo attenti noi a non renderlo un luogo banale, ordinario, insignificante per la nostra vita, uno scenario come tanti su cui ci muoviamo come padroni disinvolti e sicuri di noi. Qui, come a Betlemme, si concentra la potenza di Dio che torna a rendersi accessibile a tutti, qui il principe della pace insegna a viverla ogni giorno e a farne motivo di salvezza personale.
I pastori, continua il vangelo di oggi, una volta usciti da quell’esperienza di incontro con Dio non poterono fare a meno di riferire quello che avevano vissuto a quanti incontravano. Proprio i pastori, gente fuori della società, diventano comunicativi e capaci di annunciare l’evento salvifico della nascita del Salvatore Gesù. Ciò è possibile perché quell’incontro suscita nei loro cuori una grande gioia. È la gioia a rendere gli uomini comunicativi. Chi è triste, spento, banale e pessimista non comunica niente, anzi si cerca di dimenticarlo prima possibile perché trasmette solo tristezza. Quante volte anche noi siamo spenti e smorti, scialbi, senza nulla da dire e comunicare, perché non siamo pieni di gioia. Ma questo, cari fratelli e care sorelle, significa che non abbiamo incontrato il Signore!
Dall’incontro con lui infatti si esce trasfigurati, riempiti di felicità, traboccanti di gioia e per questo comunicativi. La gioia infatti è la forza che ci trasforma interiormente, ma anche che è capace di trasformare le persone che incontriamo e la realtà in cui viviamo. La gioia è il motore di trasformazione della storia più potente che ci sia. Se tutto resta uguale o peggiora è perché gli uomini e le donne non incontrano il Signore e la gioia è spenta nei loro cuori. Diveniamo portatori della gioia che nasce dall’incontro con il Signore e la pace si diffonderà attorno a noi e nel mondo intero.
Nel suo messaggio per la giornata mondiale della pace il papa Francesco chiede a tutti di vivere questo: “Dal livello locale e quotidiano fino a quello dell’ordine mondiale, possa la nonviolenza diventare lo stile caratteristico delle nostre decisioni, delle nostre relazioni, delle nostre azioni, della politica in tutte le sue forme. … Perciò, chi accoglie la Buona Notizia di Gesù, sa riconoscere la violenza che porta in sé e si lascia guarire dalla misericordia di Dio, diventando così a sua volta strumento di riconciliazione”
Cari fratelli e care sorelle, diveniamo come Maria anche noi una “chiesa” nella quale il Signore è accolto e custodito perché altri lo possano incontrare in noi. Veniamo qui come i pastori, attratti dalla straordinarietà di questo luogo e non solo per banale abitudine. Viviamo la gioia profonda e comunicativa dell’incontro col Signore Gesù, con la sua Parola, col suo corpo e sangue, con la sua misericordia e il mondo, attraverso di noi, conoscerà la pace vera che lui è venuto a portare.





Preghiere n. 1


O Dio che ci inviti ad uscire con prontezza e docilità dalle nostre vite per raggiungere il luogo dove tu nasci in mezzo a noi, aiutaci a riconoscerti povero e piccolo, indifeso e mite per imitarti e seguirti sempre,
Noi ti preghiamo


Come ai pastori, anche a noi l’angelo della Parola di Dio ci ha invitato a non temere e a non rimandare l’incontro personale con te. Fa’ che senza indugio ti veniamo vicino e restiamo con te,
Noi ti preghiamo



Preghiere n. 3



O Signore Gesù che hai voluto nascere da Maria, donna umile e semplice, e ce la indichi come esempio di discepola attenta alla tua Parola e pronta a conservarla dentro di sé, aiutaci a imitarla per divenire anche noi tuoi discepoli,
Noi ti preghiamo


Perdona o Padre la dimenticanza e l’orgoglio che ci fanno ritenere inutile coltivare nel nostro intimo uno spazio di ascolto e di riflessione della tua Parola. Donaci un’interiorità larga e accogliente, dove il seme del Vangelo possa germogliare e crescere,
Noi ti preghiamo




Preghiere n. 4

Ti preghiamo o Signore per tutti quelli che soffrono a causa della violenza e dell’ingiustizia: per i profughi dalla guerra e dalla miseria, per i perseguitati, per chi è solo e senza aiuto. Sostieni col tuo amore tutti quelli che ti invocano,
Noi ti preghiamo


Guida e proteggi, o Dio, la tua Chiesa ovunque nel mondo, specialmente dove i suoi figli sono ostacolati e perseguitati. Dona a tutti i cristiani di essere testimoni autentici del Vangelo e operatori per il bene dell’umanità intera,
Noi ti preghiamo.




Preghiere n. 2

Salva o Signore Gesù le nostre vite dall’egoismo e dalla durezza, rendici docili al Vangelo e sensibili al bisogno del povero, perché in questo anno che si apre sappiamo vivere con misericordia,
Noi ti preghiamo


Ti ringraziamo o Signore per i doni con cui hai benedetto le nostre vite nell’anno che si è concluso: per la Parola che ci è stata annunciata, per le testimonianze di amore evangelico che abbiamo conosciuto, per l’invito che abbiamo ricevuto a seguirti nonostante la nostra indegnità,
Noi ti preghiamo


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