martedì 3 gennaio 2017

Festa dell'Epifania - Anno A - 6 gennaio 2017




Dal libro del profeta Isaia 60,1-6
Alzati, rivestiti di luce, perché viene la tua luce, la gloria del Signore brilla sopra di te. Poiché, ecco, la tenebra ricopre la terra, nebbia fitta avvolge i popoli; ma su di te risplende il Signore, la sua gloria appare su di te. Cammineranno le genti alla tua luce, i re allo splendore del tuo sorgere. Alza gli occhi intorno e guarda: tutti costoro si sono radunati, vengono a te. I tuoi figli vengono da lontano, le tue figlie sono portate in braccio. Allora guarderai e sarai raggiante, palpiterà e si dilaterà il tuo cuore, perché l’abbondanza del mare si riverserà su di te, verrà a te la ricchezza delle genti. Uno stuolo di cammelli ti invaderà, dromedari di Màdian e di Efa, tutti verranno da Saba, portando oro e incenso e proclamando le glorie del Signore.

Salmo 71 - Ti adoreranno, Signore, tutti i popoli della terra.
O Dio, affida al re il tuo diritto,
al figlio di re la tua giustizia;
egli giudichi il tuo popolo secondo giustizia
e i tuoi poveri secondo il diritto.

Nei suoi giorni fiorisca il giusto e abbondi la pace,
finché non si spenga la luna.
E dòmini da mare a mare,
dal fiume sino ai confini della terra.

I re di Tarsis e delle isole portino tributi,
i re di Saba e di Seba offrano doni.
Tutti i re si prostrino a lui,
lo servano tutte le genti.

Perché egli libererà il misero che invoca
e il povero che non trova aiuto.
Abbia pietà del debole e del misero
e salvi la vita dei miseri.

Dalla lettera di san Paolo apostolo agli Efesini 3,2-3a.5-6
Fratelli, penso che abbiate sentito parlare del ministero della grazia di Dio, a me affidato a vostro favore: per rivelazione mi è stato fatto conoscere il mistero. Esso non è stato manifestato agli uomini delle precedenti generazioni come ora è stato rivelato ai suoi santi apostoli e profeti per mezzo dello Spirito: che le genti sono chiamate, in Cristo Gesù, a condividere la stessa eredità, a formare lo stesso corpo e ad essere partecipi della stessa promessa per mezzo del Vangelo.

Alleluia, alleluia alleluia.
Abbiamo visto la tua stella in oriente
e siamo venuti per adorare il Signore
Alleluia, alleluia alleluia.


Dal vangelo secondo Matteo 2,1-12
Nato Gesù a Betlemme di Giudea, al tempo del re Erode, ecco, alcuni Magi vennero da oriente a Gerusalemme e dicevano: «Dov’è colui che è nato, il re dei Giudei? Abbiamo visto spuntare la sua stella e siamo venuti ad adorarlo». All’udire questo, il re Erode restò turbato e con lui tutta Gerusalemme. Riuniti tutti i capi dei sacerdoti e gli scribi del popolo, si informava da loro sul luogo in cui doveva nascere il Cristo. Gli risposero: «A Betlemme di Giudea, perché così è scritto per mezzo del profeta: “E tu, Betlemme, terra di Giuda, non sei davvero l’ultima delle città principali di Giuda: da te infatti uscirà un capo che sarà il pastore del mio popolo, Israele”». Allora Erode, chiamati segretamente i Magi, si fece dire da loro con esattezza il tempo in cui era apparsa la stella e li inviò a Betlemme dicendo: «Andate e informatevi accuratamente sul bambino e, quando l’avrete trovato, fatemelo sapere, perché anch’io venga ad adorarlo». Udito il re, essi partirono. Ed ecco, la stella, che avevano visto spuntare, li precedeva, finché giunse e si fermò sopra il luogo dove si trovava il bambino. Al vedere la stella, provarono una gioia grandissima. Entrati nella casa, videro il bambino con Maria sua madre, si prostrarono e lo adorarono. Poi aprirono i loro scrigni e gli offrirono in dono oro, incenso e mirra. Avvertiti in sogno di non tornare da Erode, per un’altra strada fecero ritorno al loro paese.

Commento

Cari fratelli e care sorelle, sono trascorsi pochi giorni da quando abbiamo ricevuto in questa casa l’annuncio della nascita del Salvatore. Lo abbiamo udito espresso in vari modi: il racconto di Matteo, ricco di dettagli e descrizioni, quello dell’evangelista Giovanni, così essenziale e spirituale, il racconto della reazione dei presenti, i pastori, e dello stupore di quanti ascoltarono da loro il racconto dell’accaduto. Oggi abbiamo udito come i segni di quanto stava accadendo il quella periferia sperduta del mondo raggiunsero i confini più lontani della terra, quell’ “oriente” da cui giunsero alcuni personaggi misteriosi, i Magi: forse dei re, o piuttosto dei sapienti, astronomi capaci di scrutare i segni del cielo. Sì, l’evangelista Matteo ci tiene a riportare come quella nascita porta con sé entrambi i segni, apparentemente contradittori, di un evento periferico, marginale, quasi anonimo quanto a collocazione geografica e sociale, e la sua portata universale, tanto da essere colta da chi non aveva niente a che fare con il contesto religioso e culturale in cui essa si è realizzata.
Apparente contraddizione, sì, perché con quel paradosso in realtà il Vangelo vuole farci vedere come la partecipazione a quell’evento non è determinata dalla prossimità geografica o dalla familiarità culturale con esso, ma dal desiderio di riceverlo nel profondo della propria esistenza come un segno importante. Infatti la stella così come il coro degli angeli non furono indirizzati solo ad alcuni, in segreto, di nascosto. Essi erano segni chiari e ben visibili, in pieno cielo, tanto che li percepirono sia gente rozza ed ignorante come i pastori quanto sapienti raffinati e di origine remota, come i Magi. Addirittura il vangelo mette in luce un altro paradosso: quando i Magi ingenuamente si rivolgono a Erode e ai sapienti di Gerusalemme essi non si stupiscono di niente, sanno già tutto: il come il dove e il quando deve realizzarsi quella promessa antica della venuta del Salvatore. Essi avevano tutte le coordinate per rendersi conto di cosa stava accadendo, ma non le tennero in nessun conto.
Fratelli e sorelle, questo racconto dicevo è paradossale, perché vuole mettere in luce le contraddizioni che sono nel nostro modo di vivere. Ci dice come per vivere l’incontro con Gesù che nasce di nuovo per stare con noi non basta saperlo, avere coscienza del fatto e del modo con cui si è realizzato. A noi quella stella, quel coro degli angeli sono ben noti, li conosciamo con dovizia di particolari, ma non ci dicono nulla. Anzi suscitano un certo fastidio, perché vengono a disturbare. Sì ci disturbano, perché sia la stella, come anche gli angeli, invitano a seguirli, a uscire dal conosciuto e dallo scontato per uscire allo scoperto e addentrarsi in un terreno nuovo, in cui non siamo padroni né a casa nostra, ma dove è re qualcun altro, Gesù. Sì la differenza è questa: la disponibilità a mettersi in cammino. Erode ha paura, sente minacciato il suo potere; i capi dei sacerdoti e gli scribi del popolo sono contrariati; la gente di Gerusalemme è turbata eppure nessuno di loro sente il bisogno di uscire di casa e fare i pochi chilometri che separano la città dalla borgata di pastori di Betlemme. Nessuno di loro trova motivi sufficienti per mettersi in cammino e uscire da proprio piccolo regno in cui è signore della propria vita per scoprire chi è quel nuovo re che viene a instaurare un nuovo regno di pace, giustizia, amore, felicità.
Fratelli e sorelle, questo è il nostro stesso problema: noi sappiamo già tutto, a volte fino alla noia. Sappiamo chi è Gesù, cosa ci propone, come è fatta la vita per lui, cosa conta di più per lui, a cosa, secondo lui, vale la pena affidarsi ecc… la stella l’abbiamo vista da tutte le angolature, ne conosciamo l’itinerario, la luminosità, il colore, la bellezza, ma di seguirla non ci viene in mente nemmeno lontanamente.
È questo il dramma del Natale: è divenuto un gioco, una pantomima di un fatto vecchio, noioso perché ripetitivo e scontato. Per questo si sente il bisogno di rivestirlo di tanti luccichini ed effetti speciali, addobbi e orpelli, perché di per sé, da solo, ci suscita solo noia.
Cari fratelli e care sorelle, quei magi invece scoprirono con gioia quel segno nel loro cielo spento. Si presero la briga di seguirlo, senza sapere dove sarebbero arrivati. Si portarono appresso poche cose, come chi fa un viaggio impegnativo, ma di valore, lasciandosi dietro tutto quello che è inutile, superficiale, posticcio. Credettero con ingenuità infantile che il loro atteggiamento sarebbe stato quello di tutti: stupore, gioia, curiosità, interesse, attesa, e invece trovarono solo fastidio, noia, paura. Alla fine quello che per loro ha contato è che trovarono Gesù. “Al vedere la stella, provarono una gioia grandissima. Entrati nella casa, videro il bambino con Maria sua madre, si prostrarono e lo adorarono. Poi aprirono i loro scrigni e gli offrirono in dono oro, incenso e mirra. Avvertiti in sogno di non tornare da Erode, per un’altra strada fecero ritorno al loro paese.” La loro vita si riempie di felicità, di tenerezza, quel re gli fa scoprire la loro vera dimensione, umili figli, e fa emergere da sé le cose più belle e le fa brillare. La loro vita non è più la stessa, cambiano strada. Tornare a casa non è più lo scontato ripercorrere le vie di sempre, ma aprire nuovi sentieri, scoprire nuovi luoghi e nuove persone alle quali comunicare la gioia dell’incontro col Signore.
Cari fratelli e care sorelle, sia anche per noi il Natale dei magi, non il Natale di chi guarda dalla finestra annoiato, ma la novità di una uscita da sé, di una strada inedita, sconosciuta, avvincente, di incontri che ci rivelano la bellezza della compagnia del Signore.



Preghiere 

O Dio che ti sei fatto bambino per confondere con la tua umile semplicità i forti e per consolare i deboli, fa’ che usciamo dalle nostre vite per venire a contemplarti ogni volta che ascoltiamo la tua Parola,
Noi ti preghiamo


O Cristo, re e Signore umile, riempi della forza del tuo amore le nostre vite, perché animati dalla gioia dell’incontro con te andiamo anche noi come i pastori ad annunciare ciò che abbiamo udito e visto a Betlemme,
Noi ti preghiamo



Ti preghiamo o Signore perché come i Magi anche noi sappiamo piegare il ginocchio e chinare il capo per adorarti piccolo e indifeso, nei poveri, nei deboli, in chi ha bisogno di sostegno e conforto. Guida e benedici il nostro cammino verso di te,
Noi ti preghiamo


Ti ringraziamo o Signore perché hai riempito le nostre vite dei doni preziosi di una umanità mite, di parole buone, di azioni misericordiose. Continua a benedirci e ad aver pietà della nostra debolezza,
Noi ti preghiamo




Fa’ giungere o Padre misericordioso a tutti gli uomini l’annuncio gioioso del Natale perché in ogni popolo e in ogni lingua sia lodato il Dio bambino che è nato per la nostra salvezza,
Noi ti preghiamo


Senza di Te o Dio non possiamo nulla. Aiutaci a rinunciare all’orgoglio arrogante e al desiderio di imporci sugli altri per scoprire la bellezza del servizio ai fratelli,
Noi ti preghiamo.


Dona la tua pace al mondo intero, o Dio che riconcili i cuori e li apri alla fiducia. Fa’ che il tempo che viene sia guarito dalla piaga della guerra e della violenza,
Noi ti preghiamo



Donaci o Dio la vera sapienza che ci fa cogliere i segni della tua presenza e la via per raggiungerti. Fa’ che non smettiamo mai di cercarti,

Noi ti preghiamo

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