sabato 8 aprile 2017

Domenica delle Palme - Anno A - 9 aprile 2017




Dal libro del profeta Isaia 50,4-7
Il Signore Dio mi ha dato una lingua da discepolo, perché io sappia indirizzare una parola allo sfiduciato. Ogni mattina fa attento il mio orecchio perché io ascolti come i discepoli. Il Signore Dio mi ha aperto l’orecchio e io non ho opposto resistenza, non mi sono tirato indietro. Ho presentato il mio dorso ai flagellatori, le mie guance a coloro che mi strappavano la barba; non ho sottratto la faccia agli insulti e agli sputi. Il Signore Dio mi assiste, per questo non resto svergognato, per questo rendo la mia faccia dura come pietra, sapendo di non restare confuso.

Salmo 21 - Mio Dio, mio Dio, perché mi hai abbandonato?
 Si fanno beffe di me quelli che mi vedono,
storcono le labbra, scuotono il capo:
«Si rivolga al Signore; lui lo liberi,
lo porti in salvo, se davvero lo ama!».

Un branco di cani mi circonda,
mi accerchia una banda di malfattori;
hanno scavato le mie mani e i miei piedi.
Posso contare tutte le mie ossa.

Si dividono le mie vesti,
sulla mia tunica gettano la sorte.
Ma tu, Signore, non stare lontano,
mia forza, vieni presto in mio aiuto.

Annuncerò il tuo nome ai miei fratelli,
ti loderò in mezzo all’assemblea.
Lodate il Signore, voi suoi fedeli,
gli dia gloria tutta la discendenza di Giacobbe,
lo tema tutta la discendenza d’Israele.

Dalla lettera di san Paolo apostolo ai Filippesi 2,6-11
Cristo Gesù, pur essendo nella condizione di Dio, non ritenne un privilegio l’essere come Dio, ma svuotò se stesso assumendo una condizione di servo, diventando simile agli uomini. Dall’aspetto riconosciuto come uomo, umiliò se stesso facendosi obbediente fino alla morte e a una morte di croce. Per questo Dio lo esaltò e gli donò il nome che è al di sopra di ogni nome, perché nel nome di Gesù ogni ginocchio si pieghi nei cieli, sulla terra e sotto terra, e ogni lingua proclami: «Gesù Cristo è Signore!», a gloria di Dio Padre.

Lode a te o Signore, re di eterna gloria!
Per noi Cristo si è fatto obbediente fino alla morte di croce.
Per questo Dio lo ha esaltato
Lode a te o Signore, re di eterna gloria!

Passione di nostro Signore Gesù Cristo secondo Matteo
Mt 26,14 – 27,66

Commento
Cari fratelli e care sorelle, questa liturgia ci introduce alla Santa Settimana di Passione, morte e resurrezione del Signore. Sì, questi tre momenti dell’esistenza di Gesù non possono essere mai separati. Diverse volte Gesù aveva annunciato ai discepoli cosa gli sarebbe accaduto: “Ecco, noi saliamo a Gerusalemme e il Figlio dell'uomo sarà consegnato ai capi dei sacerdoti e agli scribi; lo condanneranno a morte e lo consegneranno ai pagani perché venga deriso e flagellato e crocifisso, e il terzo giorno risorgerà". (Mt 20,18-19) già precedentemente aveva detto loro: “Gesù cominciò a spiegare ai suoi discepoli che doveva andare a Gerusalemme e soffrire molto da parte degli anziani, dei capi dei sacerdoti e degli scribi, e venire ucciso e risorgere il terzo giorno.” (Mt 16,21), ed anche: “Il Figlio dell'uomo sta per essere consegnato nelle mani degli uomini e lo uccideranno, ma il terzo giorno risorgerà” (Mt 17,22-23). Ben tre volte, in situazioni diverse, Gesù spiega loro che la volontà del Padre che lo ha mandato ad annunciare la buona notizia della salvezza passa attraverso la sua passione, la sua morte e la sua resurrezione. Ma i discepoli non lo hanno preso sul serio. Nel primo caso che ho riportato, subito dopo le parole di Gesù avviene quella scena di lotta di potere fra i dodici, circa chi doveva occupare i primi posti. Nel secondo caso Pietro lo prende in disparte e lo rimprovera per quello che ha detto, accusandolo di confondere con simili parole i dodici. Infine, nel terzo caso, la reazione fu la tristezza, che è il modo con cui gli uomini si ripiegano su di sé e pensano solo a se stessi chiudendo il cuore ai fratelli.
I discepoli con queste reazioni dimostrano di non accettare che la salvezza che Gesù è venuto a portare passi attraverso la passione, morte e infine resurrezione.
Ogni anno la Settimana Santa, che si apre con la domenica delle palme, ci riconduce su questo stesso itinerario della vicenda di Gesù, ed è come se anche a noi, come ha fatto ai dodici, il Signore voglia annunciarci il Vangelo della salvezza così come il Padre glielo ha rivelato e come lui accetta di viverlo.
Oggi ci chiediamo: noi gli crediamo? Oppure, come fecero ripetutamente i dodici, restiamo scettici, estranei o addirittura irritati e recriminatori, come Pietro, per questo annuncio?
Anche davanti alla malattia e alla morte dell’amico Lazzaro Gesù afferma che quella morte è per dare gloria a Dio. Ciò non significa che Gesù giudichi positivamente il dolore e desiderabile la morte. Egli ha ben chiaro, e lo dimostra con tutta la sua vita, che il male è il nemico e va combattuto. Gesù guarisce tanti dalle malattie, li resuscita persino dalla morte, mostrando il suo potere su di essa, libera dalla schiavitù del peccato col perdono che scioglie dai legacci del male. Insomma Gesù combatte tutte le espressioni del male, e lo può fare proprio perché non lo fugge. Nello scandalo dei dodici c’è infatti il desiderio di fuggire il male, il proprio e quello degli altri, ma proprio per questo non prendono sul serio la resurrezione di Gesù, cioè la sua vittoria sul male. Se avessero accettato quanto Gesù voleva dire loro non lo avrebbero tradito, abbandonato, lasciato solo.
Cari fratelli e care sorelle, gli stessi dubbi, le stesse incredulità dei discepoli oggi sono i nostri. Anche noi facciamo fatica a credere nella resurrezione, cioè nella forza superiore del Signore sul male e sulla morte, perché ci sembra che la passione e la morte la nascondano e la rendano irreale, come una nube buia che oscura la vista del bene. A volte rimproveriamo Dio per la forza del male, perché non lo cancella dal mondo. Pensiamo alle recenti immagini della morte di tanti bambini negli attacchi con i gas in Siria. Il male non ci sembra forse troppo libero di agire e di esercitare il suo potere sugli innocenti? Non crediamo che Dio dimostrerebbe la sua vittoria cancellandolo una volta per tutte? In fondo è per questo che deridono Gesù sulla croce. Gli dicono: “Ha confidato in Dio ; lo liberi lui, ora, se gli vuol bene . Ha detto infatti: "Sono Figlio di Dio"!” Credono che salvarsi sia evitare il male, In realtà Gesù non solo sulla croce salva se stesso, ma tutti gli uomini, perché non sfugge al dolore ma si affida al Padre e accetta di fare la sua volontà.
Dio non vince il male cancellandolo, ma passandoci attraverso e sconfiggendolo con la forza della resurrezione, della vita che non finisce più, che è donata a chi fa la volontà del Padre.

Cari fratelli e care sorelle, in questi giorni che si aprono davanti a noi Gesù ci ricorda ancora una volta il cuore della salvezza che egli è venuto a portare al mondo: attraverso il dolore della passione, attraverso la morte stessa, espressione estrema della forza del male, Gesù conquista la vittoria definitiva della resurrezione e ce la consegna. A questo dobbiamo credere con fiducia. Non invochiamo sotterfugi per sfuggire al male, affrontiamolo piuttosto quando si manifesta a noi con tutta la sua forza: nella malattia, nell’ingiustizia, nel dolore, nel peccato che ispira sentimenti e azioni malvage. Affrontiamolo quando lo viviamo noi e anche quando colpisce qualcuno accanto a noi, quando lo vediamo spadroneggiare nei luoghi della guerra e della miseria, lontano da noi. Facciamolo nostro con la nostra compassione, preoccupazione e preghiera per invocare l’aiuto di Dio. Scopriremo che esso è vincibile, che il Signore lo ha attraversato ma non ne è rimasto sconfitto. Capiremo perché egli ci parla sempre di passione, morte e resurrezione assieme, perché alla vita vera che non finisce e si riveste della gloria stessa di Dio si giunge solo passando attraverso il buio del dolore e del male, senza dimenticare però che affidandoci a lui possiamo giungere fino alla resurrezione.

Preghiere
  
O Signore Gesù, ti abbiamo accolto festosi come il re della nostra vita agitando i rami di ulivo che abbiamo fra le mani. Aiutaci a non restare indifferenti al tuo amore misericordioso e pieno di parole buone, perché sappiamo restarti vicino anche nei momenti difficili.
Noi ti preghiamo

  
O Padre che hai mandato il tuo figlio unigenito per salvare l’umanità intera, fa’ che in questi giorni sappiamo accogliere la sua richiesta di vegliare con lui e non lo abbandoniamo presi dal sonno di una vita banale e abitudinaria.
Noi ti preghiamo


O Cristo che sei vero re e Signore di tutti i tempi, ti siamo grati perché hai accettato di umiliarti e sottometterti alla forza del male senza fuggire dal dolore e dalla morte. Ti sei fatto compagno di tutti quelli che ancora oggi soffrono per il male e patiscono l’ingiustizia del mondo. Aiutali nel tuo amore e consolali con la tua misericordia senza fine.
Noi ti preghiamo


O Padre del cielo ti preghiamo per tutti coloro che bussano alla porta del nostro cuore per cercare consolazione e sostegno. Per i poveri, per coloro che sono nel dolore, per chi è malato e ferito,
Noi ti preghiamo


O Dio che dal cielo hai partecipato al dolore del tuo Figlio unigenito, sii compagno di tutti coloro che soffrono per la malattia, la miseria, la guerra. Accogli il loro grido e dona loro salvezza
Noi ti preghiamo

  
Ti preghiamo o Signore per tutti coloro che in questi giorni nel mondo intero ti seguono sulla via dolorosa della tua passione, ascoltando la tua parola e celebrando la memoria dei tuoi ultimi giorni. Fa’ che sappiano tutti essere testimoni del tuo amore che non fugge davanti alla sofferenza e la vince con l’amore.
Noi ti preghiamo.


O Signore Gesù che dalla croce hai perdonato coloro che ti stavano mettendo a morte, non guardare al nostro peccato, ma cancellalo con la grazia della tua misericordia infinita.
Noi ti preghiamo
  

Aiutaci o Signore Gesù a non difenderci dagli altri con l’aggressività delle spade, ma a conquistare la loro umanità con la bontà delle parole e la dolcezza del perdono.
Noi ti preghiamo

Nessun commento:

Posta un commento