venerdì 16 giugno 2017

Festa del Corpus Domini - Anno A - 18 giugno 2017




Dal libro del Deuteronomio 8, 2-3. 14b-16
Mosè parlò al popolo dicendo: «Ricordati di tutto il cammino che il Signore, tuo Dio, ti ha fatto percorrere in questi quarant’anni nel deserto, per umiliarti e metterti alla prova, per sapere quello che avevi nel cuore, se tu avresti osservato o no i suoi comandi. Egli dunque ti ha umiliato, ti ha fatto provare la fame, poi ti ha nutrito di manna, che tu non conoscevi e che i tuoi padri non avevano mai conosciuto, per farti capire che l’uomo non vive soltanto di pane, ma che l’uomo vive di quanto esce dalla bocca del Signore. Non dimenticare il Signore, tuo Dio, che ti ha fatto uscire dalla terra d’Egitto, dalla condizione servile; che ti ha condotto per questo deserto grande e spaventoso, luogo di serpenti velenosi e di scorpioni, terra assetata, senz’acqua; che ha fatto sgorgare per te l’acqua dalla roccia durissima; che nel deserto ti ha nutrito di manna sconosciuta ai tuoi padri».

Salmo 147 - Loda il Signore, Gerusalemme.
Celebra il Signore, Gerusalemme,
loda il tuo Dio, Sion,
perché ha rinforzato le sbarre delle tue porte,
in mezzo a te ha benedetto i tuoi figli.

Egli mette pace nei tuoi confini
e ti sazia con fiore di frumento.
Manda sulla terra il suo messaggio:
la sua parola corre veloce.

Annuncia a Giacobbe la sua parola,
i suoi decreti e i suoi giudizi a Israele.
Così non ha fatto con nessun’altra nazione,
non ha fatto conoscere loro i suoi giudizi.

Dalla prima lettera di san Paolo apostolo ai Corinzi 10, 16-17
Fratelli, il calice della benedizione che noi benediciamo, non è forse comunione con il sangue di Cristo? E il pane che noi spezziamo, non è forse comunione con il corpo di Cristo?  Poiché vi è un solo pane, noi siamo, benché molti, un solo corpo: tutti infatti partecipiamo all’unico pane.

Alleluia, alleluia alleluia.
Io sono il pane vivo, disceso dal cielo, dice il Signore,
chi ne mangia vivrà in eterno.
Alleluia, alleluia alleluia.

Dal vangelo secondo Giovanni 6, 51-58
In quel tempo, Gesù disse alla folla: «Io sono il pane vivo, disceso dal cielo. Se uno mangia di questo pane vivrà in eterno e il pane che io darò è la mia carne per la vita del mondo». Allora i Giudei si misero a discutere aspramente fra loro: «Come può costui darci la sua carne da mangiare?». Gesù disse loro: «In verità, in verità io vi dico: se non mangiate la carne del Figlio dell’uomo e non bevete il suo sangue, non avete in voi la vita. Chi mangia la mia carne e beve il mio sangue ha la vita eterna e io lo risusciterò nell’ultimo giorno. Perché la mia carne è vero cibo e il mio sangue vera bevanda.  Chi mangia la mia carne e beve il mio sangue rimane in me e io in lui. Come il Padre, che ha la vita, ha mandato me e io vivo per il Padre, così anche colui che mangia me vivrà per me. Questo è il pane disceso dal cielo; non è come quello che mangiarono i padri e morirono. Chi mangia questo pane vivrà in eterno».

Commento

Dal libro del Deuteronomio abbiamo ascoltato quanto Mosè riferì al popolo da parte di Dio, circa il suo esodo nel deserto, dall’Egitto verso la terra promessa. I Padri della Chiesa, specialmente Origene, interpretavano questo viaggio come l’itinerario che l’anima compie dalla sua condizione naturalmente impastata con il male del mondo, per giungere alla purezza dell’incontro con Dio. Più semplicemente mi sembra che questo viaggio possa essere preso come l’immagine della vita dell’uomo. Mosè fa cenno alla durezza del passaggio per terre desertiche e inospitali, piene di insidie. Si può forse dire altrettanto della vita, spesso arida di amore e insidiosamente piena di occasioni in cui siamo tentati di compiere il male e mordere come scorpioni i nostri fratelli e sorelle e ricevere anche noi punture velenose. La vita però è un viaggio durante il quale, ci ricorda Mosè, Dio non lascia mai soli.
Questa è la grande fortuna di noi cristiani, e cioè la possibilità che abbiamo di renderci conto con chiarezza e lucidità che nel cammino della vita non siamo come un branco di animali inselvatichiti, alla deriva per terre inospitali. In natura i branchi di animali selvatici si radunano per la necessità di difendersi dagli altri e di aggredire le prede insieme, per sopravvivere; essi vivono raminghi e senza meta, se non quella del soddisfacimento delle necessità primarie per la sopravvivenza. Per noi non è così: non siamo un “branco”, ma un “gregge”; Dio stesso ci guida, è per noi come un pastore che sa di cosa abbiamo bisogno e non ce lo fa mancare, ci protegge ed evita che incorriamo nei pericoli più gravi. Certo sta a noi unirci a quel gregge, uscire dal branco selvatico e immetterci nella vita che conduce alla salvezza. È una nostra scelta libera alla quale Dio non può e non vuole obbligarci.
Come sanno bene i pastori, la cosa più importante per la sopravvivenza e il benessere del gregge è poter sempre contare su da mangiare e (nel deserto specialmente) da bere sufficiente.
Per questo Dio nel ricordare il tempo del viaggio di quel gregge scelto e radunato da Dio che era il popolo d’Israele nel suo esodo dall’Egitto verso la terra promessa fa riferimento soprattutto al fatto che egli non l’ha mai lasciato privo del nutrimento e dell’acqua necessari: “ha fatto sgorgare per te l’acqua dalla roccia durissima; nel deserto ti ha nutrito di manna sconosciuta ai tuoi padri.” Oggi celebriamo la festa di questo cibo prezioso con cui Dio continua a nutrire noi, suo gregge radunato amorevolmente e guidato fedelmente, nel viaggio pieno di difficoltà che è la vita: il Corpo e Sangue di Cristo.
Se non avessimo questo nutrimento infatti saremmo spinti come animali selvatici ad azzannarci a vicenda, a sbranarci l’un l’altro, come avviene in natura. Il cibo che il Signore ci dà sazia la fame, quella bramosia di possedere, di stringere fra i denti facendo proprio il fratello e la sorella, le sue cose, la sua vita. Fame che se non trova il nutrimento vero e buono non si sazia mai, anzi aumenta sempre, e porta a quella insaziabilità per la quale più si ha cibo e si mangia e più se ne desidera ancora. Lo vediamo, ad esempio, nell’insaziabile fame di ricchezza che caratterizza il sistema economico attuale e nella smisurata voracità di un sistema che “mangia” lo spazio vitale di chi è più debole e povero, consuma risorse e beni oltre ogni necessità reale togliendone a chi non ha più affatto.
Ma come è questo nutrimento buono che sazia, il Corpo e il Sangue di Cristo?
Innanzitutto è qualcosa che non ci possiamo dare da noi o conquistarci con le nostre forze e meriti. L’Eucarestia è donata e non si vende, ed è per tutti, non solo per i meritevoli. Quanto insiste papa Francesco nell’invitare a considerare i sacramenti non come una proprietà privata della Chiesa, di cui si può decidere a chi concederla e a chi no, ponendo ostacoli e divieti. Gesù ha offerto il suo Corpo e Sangue soprattutto per i peccatori, non per i santi!
Poi è un cibo che non si possiede e non si accumula, come la manna del deserto che durava un giorno e ciascuno ne prendeva per la propria necessità quotidiana. Così l’Eucarestia: c’è bisogno di tornare ogni domenica a riceverla in dono, non basta farlo una volta o occasionalmente.
Infine la Scrittura oggi ci dice chiaramente come questo cibo è strettamente legato alla Parola di Dio, fin quasi a dire che l’uno senza l’altro non nutre, non basta alla vita: “l’uomo non vive soltanto di pane, ma l’uomo vive di quanto esce dalla bocca del Signore.” È quello che viviamo durante la Messa: il pane e il vino che offriamo sono infatti trasformati dalla Parola di Dio ripetuta, durante la consacrazione, e divengono Corpo e Sangue di Cristo grazie alla forza trasformatrice di quella Parola: “Prese il pane, rese grazie e disse: prendete e mangiatene tutti …”. Così è avvenuto all’origine di tutto, quando la Parola ha operato la creazione di tutto dal nulla. La Parola non sono concetti, insegnamenti morali, leggi, come tutte le parole scritte. La Parola è forza di Dio, energia che trasforma e dà vita, fondamento roccioso su cui tutto poggia e cresce.
Confidiamo allora in questa forza e non nelle forze inefficaci e illusorie del mondo, e non ci mancherà mai il nutrimento che sazia e libera dalla brama sempre insoddisfatta di possesso. Accostiamoci fiduciosi e pieni di fede al Corpo e Sangue di Cristo perché esso ci riempia di quell’energia di bene, salvezza duratura e forza di vita che non finisce. Dice Mosè nel Deuteronomio che Dio ha voluto “umiliare” il popolo, cioè ha voluto fargli fare esperienza della sua reale dimensione, umile e bisognosa di Dio. Anche noi lasciamoci “umiliare” da Dio e nel cammino della vita non crediamoci autosufficienti e privi di bisogno, ma riconosciamo con semplicità e realismo che da Dio riceviamo il nutrimento per vivere e da lui siamo colmati della pienezza di vita che non finisce.
  
Preghiere 

O Signore Gesù che hai scelto di restare sempre con noi con il tuo Corpo e Sangue fa’ che ti accogliamo sempre con fede e amore, facendone nutrimento della nostra vita e bevanda di salvezza,
Noi ti preghiamo


Ti ringraziamo o Gesù per il dono inestimabile dell’Eucarestia che ogni domenica ci nutre e ci sostiene. Aiutaci ad accoglierla come la cosa più preziosa che possiamo ricevere,
Noi ti preghiamo


O Dio Padre del cielo, aiutaci a tenere gli occhi e il cuore aperto per riconoscere il deserto di vita e di amore che c’è in questo mondo. Fa’ che diveniamo tuoi alleati nel combattere il male e liberatori dalla sua schiavitù,
Noi ti preghiamo


È facile o Signore, accontentarsi di poco e rinunciare a lottare perché il deserto divenga un giardino irrigato dal Vangelo. Aiutaci a farci audaci combattenti con la forza mite dell’amore,
Noi ti preghiamo



Sostieni con il tuo Corpo e Sangue o Signore Gesù tutti i cristiani perseguitati e in difficoltà. Fa’ che al più presto cessi la violenza e regni un tempo di pace e sicurezza per tutti,
Noi ti preghiamo


Accogli nell’amore o Dio tutti i poveri che invocano aiuto. Ti ricordiamo coloro che cercano riparo e futuro nel nord ricco fuggendo la guerra e la miseria del Sud. Dona loro protezione e salvezza,
Noi ti preghiamo.


Guida con la forza del tuo Spirito il papa Francesco e la Chiesa dei discepoli diffusa in tutto il mondo. Illumina i cuori e rafforza la loro testimonianza, perché sempre più persone entrino nella famiglia dei figli di Dio,
Noi ti preghiamo


Proteggici o Padre buono dalla tentazione e dal peccato. Fa’ che sappiamo resistere al male e, sostenuti dal nutrimento prezioso del tuo Corpo e Sangue, operiamo sempre il bene che tu ci proponi,
Noi ti preghiamo


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