giovedì 8 giugno 2017

Festa della Ss.ma Trinità - Anno A - 11 giugno 2017




Dal libro dell’Esodo 34, 4b-6. 8-9
In quei giorni, Mosè si alzò di buon mattino e salì sul monte Sinai, come il Signore gli aveva comandato, con le due tavole di pietra in mano. Allora il Signore scese nella nube, si fermò là presso di lui e proclamò il nome del Signore. Il Signore passò davanti a lui, proclamando: «Il Signore, il Signore, Dio misericordioso e pietoso, lento all’ira e ricco di amore e di fedeltà». Mosè si curvò in fretta fino a terra e si prostrò. Disse: «Se ho trovato grazia ai tuoi occhi, Signore, che il Signore cammini in mezzo a noi. Sì, è un popolo di dura cervìce, ma tu perdona la nostra colpa e il nostro peccato: fa’ di noi la tua eredità».

Dn 3,52.56 - A te la lode o Dio e la gloria nei secoli.

Benedetto sei tu, Signore, Dio dei padri nostri.
Benedetto il tuo nome glorioso e santo.
Benedetto sei tu nel tuo tempio santo, glorioso.
Benedetto sei tu sul trono del tuo regno.

Benedetto sei tu che penetri con lo sguardo gli abissi +
e siedi sui cherubini.
Benedetto sei tu nel firmamento del cielo.

Dalla seconda lettera di san Paolo apostolo ai Corinzi 13, 11-13
Fratelli, siate gioiosi, tendete alla perfezione, fatevi coraggio a vicenda, abbiate gli stessi sentimenti, vivete in pace e il Dio dell’amore e della pace sarà con voi. Salutatevi a vicenda con il bacio santo. Tutti i santi vi salutano. La grazia del Signore Gesù Cristo, l’amore di Dio e la comunione dello Spirito Santo siano con tutti voi.

Alleluia, alleluia alleluia.
Gloria al Padre e al Figlio e allo Spirito Santo,
a Dio, che è, che era e che viene.
Alleluia, alleluia alleluia.

Dal vangelo secondo Giovanni 3, 16-18
«Dio ha tanto amato il mondo da dare il Figlio, unigenito, perché chiunque crede in lui non vada perduto, ma abbia la vita eterna. Dio, infatti, non ha mandato il Figlio nel mondo per condannare il mondo, ma perché il mondo sia salvato per mezzo di lui. Chi crede in lui non è condannato; ma chi non crede è già stato condannato, perché non ha creduto nel nome dell’unigenito Figlio di Dio».

Commento
Cari fratelli e care sorelle, domenica scorsa abbiamo celebrato con solennità la discesa dello Spirito santo sui discepoli e abbiamo invocato che continui a colmare la vita di noi tutti. La festa di Pentecoste ci ripropone un evento che fu cruciale nella storia dei discepoli del Signore. Infatti dopo la sua morte e resurrezione essi ancora facevano fatica a capire il messaggio che il Signore aveva loro affidato. Non si rendevano conto di come fossero accaduti tutti quei fatti straordinari, dal giorno della cattura di Gesù, fino alla croce, la resurrezione e infine l’ascensione al cielo del Signore. Che significato aveva tutto ciò? Era una confitta, la fine di tutto?
Anche noi tante volte facciamo fatica a comprendere la volontà del Signore per la nostra vita e per quella del mondo. I suoi segni ci appaiono contraddittori e difficili da interpretare.
Infatti finché i discepoli cercarono di capire, tutto restò oscuro per loro. Fu necessario che lo Spirito li riempisse di amore perché tutto apparisse loro chiaro. Lo si vede dal fatto che subito uscirono fuori ad incontrare la gente, persone di tutto il mondo, riuscendo a comunicare con tutti, superando ogni barriera linguistica, culturale, umana. Lo Spirito dona la chiarezza affettiva e l’intelligenza dell’amore che ci fa sentire che il Vangelo ha un messaggio di salvezza per tutti, indica la via migliore, percorribile e liberante dalla prigione dell’io, dal cercare la propria salvezza solo in sé stessi e nel proprio benessere. Finché i discepoli cercavano spiegazioni e ragionamenti convincenti restavano prigionieri della paura e del dubbio. Appena si lasciarono andare al soffio dello Spirito ebbero subito chiaro per cosa valeva la pena vivere, chi seguire, verso dove indirizzare i propri passi: avevano ricevuto dallo Spirito la chiarezza affettiva e l’intelligenza dell’amore.
Eppure noi facciamo fatica a sentire la presenza dello Spirito nella nostra vita. Mentre Gesù e anche il Padre sono persone con le quali, bene o male, riusciamo a intavolare un dialogo di preghiera, lode e ringraziamento, lo stesso non è con lo Spirito. Egli ci sembra una figura evanescente, dai contorni indefiniti e sfuggenti. Nella scrittura non parla, agisce in modo silenzioso e stentiamo a coglierne la forza di rinnovamento e vivificamento.
Invece lo Spirito se vogliamo è il modo con cui Dio resta più stabilmente dentro di noi, se lo invochiamo e lo accogliamo. Ogni volta che proviamo un sentimento di affetto, ogni volta che l’istinto che ci spinge verso l’egoismo innato e spontaneo viene bloccato, ogni volta che intuiamo nel fratello e nella sorella l’amico da cui lasciarsi voler bene e a cui voler bene, ogni volta che restiamo spiazzati e stupiti dalla bellezza di un gesto di generosità, di una dimostrazione di benevolenza e di generosità, ebbene è lo Spirito che ci guida e ci sostiene, ci fa “comprendere” secondo il modo di comprendere di Dio e non quello del mondo.
Oggi, una settimana dopo la Pentecoste, la Chiesa ci propone di soffermarci sulla realtà trinitaria di Dio. A Pasqua abbiamo seguito gli ultimi passi di Gesù, lo abbiamo visto resuscitato dal Padre e poi assunto in cielo per tornare a Lui, A pentecoste, come dicevo, abbiamo incontrato lo Spirito. Ecco che dunque ora ci si presenta la Trinità. Essa ripropone la realtà non individualistica di Dio. Egli non è solo “uno”, nel senso umano della parola, ma indubitabilmente trino: Padre Figlio e Spirito santo. Questo spiega perché il nostro non è un Dio a cui si può credere “da soli”, come spiega Paolo nel brano della lettera a i Corinzi che abbiamo ascoltato. Egli dice come Dio è con noi se ci amiamo l’un l’altro: “siate gioiosi, tendete alla perfezione, fatevi coraggio a vicenda, abbiate gli stessi sentimenti, vivete in pace e il Dio dell’amore e della pace sarà con voi. Salutatevi a vicenda con il bacio santo.” La Trinità si specchia in chi, come lei, vive il legame dell’amore come un vincolo essenziale e indispensabile. Questo è l’invito che ci giunge oggi da questa festa: impariamo l’obbedienza del Figlio al Padre, la sollecitudine di questo per il Figlio, la presenza pervasiva e costante dello Spirito.
Sì, possiamo dire che lo Spirito come agisce nell’uomo e nella storia, agisce anche nella vita di Dio, con lo stesso effetto vivificante dell’amore. Lo vediamo nel brano dell’Esodo presentato nella prima lettura. Il popolo ha pesantemente disobbedito a  Dio, si è fatto un vitello d’oro, ha rotto il patto col Signore, lo ha tradito. Dapprima Dio promette a Mosè che per questo motivo distruggerà il popolo: “Ho osservato questo popolo: ecco, è un popolo dalla dura cervice. Ora lascia che la mia ira si accenda contro di loro e li divori.” (Es 32,9-10) Ma poi Mosè intercede e lo Spirito fa letteralmente “cambiare idea” a Dio: “Il Signore si pentì del male che aveva minacciato di fare al suo popolo.” (Es 32,14) tanto che poco dopo egli rinnova il patto col popolo, gli consegna le tavole della legge, e afferma di sé: “Il Signore, il Signore, Dio misericordioso e pietoso, lento all’ira e ricco di amore e di fedeltà.” (Es 34,6)
Cari fratelli e care sorelle, questo è il volto di Dio come egli si manifesta a noi: misericordioso e lento all’ira, desideroso di salvare e restio a condannare. È il volto di un Dio che è morto per gli uomini sulla croce (il Figlio), ha fatto trionfare la vita sulla morte (il Padre), rimane sempre con noi per comunicarci il suo amore e la misericordia di cui è fonte inesauribile (lo Spirito Santo).




Preghiere n. 1

O Signore Dio Padre vieni e cammina con noi nelle vie buie della vita nel mondo. Apri squarci di luce, dona la pace, consola chi è nel dolore e non condannare nessuno a perdere la vita,
Noi ti preghiamo


O Signore Gesù Cristo, figlio unigenito di Dio e nostro salvatore, ti ringraziamo per il Vangelo che hai annunciato e vissuto come via alla portata di tutti per giungere alla vita eterna,
Noi ti preghiamo



Preghiere n. 2


O Spirito Santo, consolatore e guida, vieni e scalda i cuori, illumina le menti e riempi in tutti il vuoto di amore, perché il mondo sia trasformato dalla tua presenza in noi,
Noi ti preghiamo


O Trinità santa comunicaci l’amore che ti unisce nel Padre, Figlio e Spirito santo, e fa che nel tuo nome ogni uomo ti conosca e impari a specchiarsi in te, amando gli altri uomini,
Noi ti preghiamo.




Preghiere n. 3


Ti invochiamo o Dio per ogni uomo che soffre, in modo particolare per i popoli in guerra in Siria, in Iraq, in Libia, in Ukraina. Dona la pace che gli uomini non sanno darsi,
Noi ti preghiamo


Ascolta il lamento o Padre misericordioso di quanti invocano il tuo soccorso. Per i poveri, i malati, i disperati, gli abbandonati: manda loro angeli di consolazione e salvezza,
Noi ti preghiamo




Preghiere n. 4


Sostieni o Dio il papa Francesco, tuo servitore e testimone, perché col tuo aiuto percorra con coraggio e serenità le vie del cuore degli uomini contemporanei indicando in te l’unica salvezza dal male, 
Noi ti preghiamo


Benedici e proteggi o Signore Gesù, questa comunità che convochi ogni domenica al tuo banchetto eucaristico. Perché l’incontro con la tua Parola e il tuo Corpo sia il fulcro della vita di ogni discepolo,

Noi ti preghiamo

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