venerdì 28 luglio 2017

XVII domenica del tempo ordinario - Anno A - 30 luglio 2017


 
 
 
Dal primo libro dei Re 3, 5. 7-12

In quei giorni a Gàbaon il Signore apparve a Salomone in sogno durante la notte. Dio disse: «Chiedimi ciò che vuoi che io ti conceda». Salomone disse: «Signore, mio Dio, tu hai fatto regnare il tuo servo al posto di Davide, mio padre. Ebbene io sono solo un ragazzo; non so come regolarmi. Il tuo servo è in mezzo al tuo popolo che hai scelto, popolo numeroso che per la quantità non si può calcolare né contare. Concedi al tuo servo un cuore docile, perché sappia rendere giustizia al tuo popolo e sappia distinguere il bene dal male; infatti chi può governare questo tuo popolo così numeroso?». Piacque agli occhi del Signore che Salomone avesse domandato questa cosa. Dio gli disse: «Poiché hai domandato questa cosa e non hai domandato per te molti giorni, né hai domandato per te ricchezza, né hai domandato la vita dei tuoi nemici, ma hai domandato per te il discernimento nel giudicare, ecco, faccio secondo le tue parole. Ti concedo un cuore saggio e intelligente: uno come te non ci fu prima di te né sorgerà dopo di te».

 

Salmo 118 - Quanto amo la tua legge, Signore!
La mia parte è il Signore:
ho deciso di osservare le tue parole.
Bene per me è la legge della tua bocca,
più di mille pezzi d’oro e d’argento.

Il tuo amore sia la mia consolazione,
secondo la promessa fatta al tuo servo.
Venga a me la tua misericordia e io avrò vita,
perché la tua legge è la mia delizia.

Perciò amo i tuoi comandi,
più dell’oro, dell’oro più fino.
Per questo io considero retti tutti i tuoi precetti
e odio ogni falso sentiero.

Meravigliosi sono i tuoi insegnamenti:
per questo li custodisco.
La rivelazione delle tue parole illumina,
dona intelligenza ai semplici.


Dalla lettera di san Paolo apostolo ai Romani 8, 28-30

Fratelli, noi sappiamo che tutto concorre al bene, per quelli che amano Dio, per coloro che sono stati chiamati secondo il suo disegno. Poiché quelli che egli da sempre ha conosciuto, li ha anche predestinati a essere conformi all’immagine del Figlio suo, perché egli sia il primogenito tra molti fratelli; quelli poi che ha predestinato, li ha anche chiamati; quelli che ha chiamato, li ha anche giustificati; quelli che ha giustificato, li ha anche glorificati.

 

Alleluia, alleluia alleluia.
Ti rendo lode Signore del cielo e della terra,
perché ai piccoli hai rivelato i misteri del Regno.

Alleluia, alleluia alleluia.


Dal vangelo secondo Matteo 13, 44-52

In quel tempo Gesù disse ai suoi discepoli: «Il regno dei cieli è simile a un tesoro nascosto nel campo; un uomo lo trova e lo nasconde; poi va, pieno di gioia, vende tutti i suoi averi e compra quel campo. Il regno dei cieli è simile anche a un mercante che va in cerca di perle preziose; trovata una perla di grande valore, va, vende tutti i suoi averi e la compra. Ancora, il regno dei cieli è simile a una rete gettata nel mare, che raccoglie ogni genere di pesci. Quando è piena, i pescatori la tirano a riva, si mettono a sedere, raccolgono i pesci buoni nei canestri e buttano via i cattivi. Così sarà alla fine del mondo. Verranno gli angeli e separeranno i cattivi dai buoni e li getteranno nella fornace ardente, dove sarà pianto e stridore di denti. Avete compreso tutte queste cose?». Gli risposero: «Sì». Ed egli disse loro: «Per questo ogni scriba, divenuto discepolo del regno dei cieli, è simile a un padrone di casa che estrae dal suo tesoro cose nuove e cose antiche».

 

Commento

L’Evangelista Matteo ci riporta le parole che concludono il lungo discorso che Gesù fece alle folle dalla barca, perché la moltitudine, che stava a riva ad ascoltarlo, era molto vasta. A tutta questa gente radunatasi per ascoltarlo Gesù si rivolge con sette parabole nelle quali parla del regno di Dio: la parabola del seminatore, quella della zizzania, del granello di senape, del lievito, e le tre di oggi sul tesoro nascosto, la perla preziosa e la rete.

Tutta quella gente era andata da Gesù per ascoltare i suoi insegnamenti. Probabilmente molti cercavano guarigione dalle malattie, alcuni forse erano curiosi, altri volevano perdono, consolazione, aiuto. Tanti motivi, persone diverse, eppure a tutte Gesù fa un solo discorso, e per di più un discorso difficile e anche molto esigente, tanto che i discepoli devono chiedere spiegazioni al Maestro. A gente che cercava soluzione ai propri problemi immediati il Signore propone di sollevare il proprio sguardo fino, addirittura, a contemplare la realtà ultima e definitiva che è il Regno di Dio.

Ci chiediamo: Gesù non punta troppo in alto per quei contadini semplici di Galilea, invece di risolvere subito i loro tanti problemi concreti?

Gesù fa lo stesso anche con noi, siamo una folla meno numerosa di quel giorno, ma come loro ognuno di noi ha nel cuore e nella mente i propri problemi, cerca le proprie soluzioni, ha i propri dubbi, si presenta con le proprie debolezze, ecc… Anche a noi non offre la soluzione per le difficoltà personali, almeno come ce l’aspetteremmo noi, e per questo tante volte l’impressione che ci portiamo in fondo al cuore dopo aver ascoltato il vangelo è che Gesù non mi ha capito fino in fondo, non risponde alle mie esigenze, le sue parole puntano troppo in alto, o guardano troppo lontano, mentre io ho bisogno di soluzioni pratiche più immediate, fosse una norma sul comportamento giusto, un giudizio chiaro, una risposta risolutiva su chi ha ragione e chi torto...

Perché il Signore agisce così? Egli non disprezza i nostri problemi e non ritiene inutile ascoltarci e aiutarci a risolverli, ma sa che l’unico modo per uscire fuori dalle angustie della nostra vita è assumere una prospettiva diversa e più alta, quella del Regno. È nell’accogliere questa visuale, spesso radicalmente nuova, fino ad essere il contrario di quella ordinaria, che noi possiamo sperare di uscire dalla nebbia dei dubbi e dalla palude delle situazioni difficili, spesso ripetitive e bloccate. C’è bisogno di entrare nella prospettiva di chi cerca il Regno di Dio, e le risposte ai dubbi e le soluzioni ai problemi verranno mentre ci incamminiamo, come accadde ai lebbrosi della parabola, i quali accettano di andare a Gerusalemme a ringraziare Dio: fidandosi della parola di Gesù ancor prima di essere risanati trovano la guarigione mentre camminano (Lc 17,1-14).

Abbiamo ascoltato l’Apostolo Paolo: “tutto concorre al bene, per quelli che amano Dio, per coloro che sono stati chiamati secondo il suo disegno.” Tutto è ordinato al bene in chi si preoccupa di realizzare il disegno di amore che Dio prepara per ciascuno. “Tutto” paradossalmente significa anche il male, gli ostacoli, le contrarietà, se però vissute nella prospettiva di Dio e in vista del suo Regno che viene. Però questo ci sembra inaccettabile: non sarebbe più giusto prima risolvere le mie difficoltà personali e poi, solo dopo, dedicarmi a progetti e impegni più elevati, come la ricerca del Regno di Dio, quasi che questo fosse un “di più” alla portata solo di chi è già risolto e senza problemi.

Salomone, abbiamo ascoltato, messo in età giovane di fronte alle responsabilità del regno, chiede a Dio non garanzie di forza o sicurezza, ma qualcosa che sembra molto meno utile ai suoi scopi: la sapienza di riconoscere e realizzare il bene. Egli è saggio a fare così, gli dice Dio, perché con questa capacità potrà affrontare e superare tutte le sfide e i pericoli, se agirà secondo il volere di Dio realizzerà il bene per sé e per la sua gente.

La stessa cosa fa il contadino che scopre un tesoro prezioso là dove non avrebbe mai creduto di trovarlo: nel campicello che arava da sempre. Fa di tutto per entrarne in possesso e garantirsi il benessere per il futuro. Così fa anche il mercante che trova la perla più preziosa che abbia mai visto. Non ha dubbi: vende tutto il resto, anche cose utili e necessarie, perché sa che con quella perla otterrà molto di più.

Lo stesso è del Vangelo. Spesso lo ascoltiamo come qualcosa di buono e giusto, ma irrealizzabile: un tesoro di cui si favoleggia, ma nascosto chissà dove, una perla straordinaria, ma dal prezzo fuori dalla nostra portata. Per questo viviamo chini sui nostri problemi, sul terreno da arare con difficoltà, avaro di frutti, senza via d’uscita. Ma Gesù oggi viene a dirci: “guarda che il tesoro non è in un orizzonte irraggiungibile ma è nel campo della tua vita, basta scavare più in profondità, spendere tutte le tue risorse umane per impossessartene e sarà tuo; alza gli occhi, ecco la perla preziosa, sono le mie parole e il mio esempio, rinuncia alle abitudini e ai modi di fare di sempre, spendi tutto te stesso per acquistarla, e il suo valore inestimabile sarà tuo per sempre.”

Sì, ci sembra troppo difficile amare tutti incondizionatamente, essere generosi, perdonare con larghezza, metter al primo posto l’altro e il suo bisogno. È un impegno che non ci sentiamo di prendere. È vero, si fa fatica e ci vuole una scelta audace, ma è in gioco la salvezza: non ne vale forse la pena? Non ci accada come nella terza e ultima parabola, quella dei pescatori. La vita scorre lungo i fondali del mondo e, come una rete, raccoglie ad un certo momento i pesci così come essi sono, senza fare differenza, di ogni tipo. Ci sono quelli che hanno realizzato la vocazione ad essere buoni e di giovamento a tanti, altri invece sono rimasti spinosi o irti di aculei, dalle carni avvelenate dall’amaro della tristezza e dall’inutilità. Questi ultimi non hanno futuro, perché non lo hanno desiderato né costruito, e sono quindi destinati a essere gettati via. I primi invece saranno il frutto prezioso della pesca di Dio per il suo Regno.

Prepariamoci allora fin da subito, non facciamo scorrere invano il tempo e le occasioni, perché il tesoro e la perla non restino seppelliti o dimenticati, ma possano aggiungere lo splendore dell’amore di Dio ad ogni nostra parola ed azione.

 

Preghiere


O Dio, rendici cercatori appassionati del tesoro più prezioso della nostra vita, che è la tua volontà. Non farci accontentare di niente di meno importante, perché giungiamo alla salvezza che hai preparato per noi.

Noi ti preghiamo
 

Il Vangelo splende o Signore più di ogni perla preziosa e tu ce la offri. Fa’ che non la disprezziamo, ma rinunciamo volentieri a tutte le illusioni di benessere e felicità che ci distraggono dalla ricerca dell’unico vero bene.

Noi ti preghiamo
 

Guidaci o Padre di eterna bontà nel cammino della nostra vita, perché non ci chiniamo solo sul nostro particolare problematico, ma sappiamo alzare lo sguardo a scorgere la bellezza del futuro che desideri per l’umanità intera. Sostieni la nostra capacità di sperare e di sognare perché ci salvi il tuo amore.

Noi ti preghiamo
 

Rivolgi il tuo sguardo misericordioso a noi tuoi figli peccatori o Dio, perché la durezza di cuore e l’indecisione a seguirti non paralizzi ogni nostro desiderio. Allarga l’orizzonte del nostro sguardo al fratello e alla sorella, alle folle che attendono di conoscere il tuo Vangelo.

Noi ti preghiamo


Guarda con amore o Padre a tutti coloro che sono nel bisogno, perché il male da cui sono schiacciati non li vinca definitivamente. Solleva chi è umiliato e innalza il povero, mostrando la tua signoria sulla storia dell’umanità.

Noi ti preghiamo

  

Dona la tua pace ai popoli che sono in guerra. Rafforza la volontà di pace in chi oggi si combatte, guarisci le piaghe dei feriti e l’odio di chi è stato colpito. Riconcilia, o Dio, i cuori di tutti gli uomini.

Noi ti preghiamo.

 

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