giovedì 9 novembre 2017

XXXII domenica del tempo ordinario - Anno A - 12 novembre 2017



Dal libro della Sapienza 6,12-16
La sapienza è radiosa e indefettibile, facilmente è contemplata da chi l'ama e trovata da chiunque la ricerca. Previene, per farsi conoscere, quanti la desiderano. Chi si leva per essa di buon mattino non faticherà, la troverà seduta alla sua porta. Riflettere su di essa è perfezione di saggezza, chi veglia per lei sarà presto senza affanni. Essa medesima va in cerca di quanti sono degni di lei, appare loro ben disposta per le strade, va loro incontro con ogni benevolenza.
Salmo 62 – Solo in Dio riposa l’anima mia
Solo in Dio riposa l’anima amia
Da lui viene la mia salvezza.
Lui solo è mia roccia e mia salvezza
Mia difesa: mai potrò vacillare.

Fino a quando vi scaglierete contro un uomo
Per abbatterlo tutti insieme
Come un muro cadente
Come un recinto che crolla.

Lui solo è mia roccia e mia salvezza,
mia difesa: non potrò vacillare.
In Dio è la mia salvezza e la mia gloria,
il mio riparo sicuro, il mio rifugio.
Dalla prima lettera di Paolo ai Tessalonicesi 4,13-18
Non vogliamo poi lasciarvi nell'ignoranza, fratelli, circa quelli che sono morti, perché non continuiate ad affliggervi come gli altri che non hanno speranza. Noi crediamo infatti che Gesù è morto e risuscitato; così anche quelli che sono morti, Dio li radunerà per mezzo di Gesù insieme con lui. Questo vi diciamo sulla parola del Signore: noi che viviamo e saremo ancora in vita per la venuta del Signore, non avremo alcun vantaggio su quelli che sono morti. Perché il Signore stesso, a un ordine, alla voce dell'arcangelo e al suono della tromba di Dio, discenderà dal cielo. E prima risorgeranno i morti in Cristo; quindi noi, i vivi, i superstiti, saremo rapiti insieme con loro tra le nuvole, per andare incontro al Signore nell'aria, e così saremo sempre con il Signore. Confortatevi dunque a vicenda con queste parole.
Alleluja alleluia, alleluia
Vegliate dunque fratelli
perché il Regno di Dio è vicino
Alleluja alleluia, alleluia

Dal vangelo di Matteo 25,1-13
Il regno dei cieli è simile a dieci vergini che, prese le loro lampade, uscirono incontro allo sposo. Cinque di esse erano stolte e cinque sagge; le stolte presero le lampade, ma non presero con sé olio; le sagge invece, insieme alle lampade, presero anche dell'olio in piccoli vasi. Poiché lo sposo tardava, si assopirono tutte e dormirono. A mezzanotte si levò un grido: Ecco lo sposo, andategli incontro! Allora tutte quelle vergini si destarono e prepararono le loro lampade. E le stolte dissero alle sagge: Dateci del vostro olio, perché le nostre lampade si spengono. Ma le sagge risposero: No, che non abbia a mancare per noi e per voi; andate piuttosto dai venditori e compratevene. Ora, mentre quelle andavano per comprare l'olio, arrivò lo sposo e le vergini che erano pronte entrarono con lui alle nozze, e la porta fu chiusa. Più tardi arrivarono anche le altre vergini e incominciarono a dire: Signore, signore, aprici! Ma egli rispose: In verità vi dico: non vi conosco. Vegliate dunque, perché non sapete né il giorno né l'ora.

Commento

Dopo essere entrato in Gerusalemme in modo trionfale (Mt 21,8-ss), Gesù insegnava nel tempio (Mt 21,23-ss), e qui i farisei, i sadducei e i sacerdoti, infastiditi dal successo della sua predicazione, cercano di metterlo in difficoltà con le loro domande polemiche e facendo sfoggio della loro cultura religiosa (Mt 22,15-ss;23-ss;34-ss). Ne abbiamo ascoltato alcuni esempi le domeniche scorse. Poi il Signore se ne sta in disparte con i dodici e si accorge di come essi siano disorientati davanti alla maestosità degli edifici e alla cultura dei sapienti della grande città (Mt 24,1-ss). Per questo parla loro a lungo (Mt 24,4-25,46) cercando proprio di mettere in luce quale è la vera sapienza a cui affidarsi per entrare a fare parte del Regno dei cieli, come le parole che abbiamo appena ascoltato.
Noi abbiamo lo stesso problema degli apostoli. Anche oggi il mondo è complesso e multiforme e molti cercano di insegnarci a vivere secondo la loro sapienza: i maestri dell’economia, i maestri della facile psicologia, i maestri della politica ecc…, e in generale per tutti costoro la sapienza consiste in una certa furbizia necessaria a farsi strada, prevalere, andare avanti senza rimetterci. E’ questa la saggezza che il mondo c’insegna, ed è facile farsi trascinare da queste correnti del pensiero e dei comportamenti. La Parola di Dio che abbiamo appena ascoltato invece ci aiuta a comprendere la superiorità della vera sapienza di Dio.
La prima lettura dal libro della Sapienza sgombra subito il campo da ogni dubbio: la Sapienza di Dio è alla nostra portata, non è cosa solo per specialisti, anzi viene incontro e si offre a chi la cerca: “[la Sapienza] facilmente è contemplata da chi l'ama e trovata da chiunque la ricerca. Previene, per farsi conoscere, quanti la desiderano. ... Essa medesima va in cerca di quanti sono degni di lei, … va loro incontro con ogni benevolenza.
Il Vangelo di Matteo invece ci riporta una parabola di Gesù: dieci donne aspettano l’arrivo dello sposo. Sono eccitate da quell’evento e si sono preparate per partecipare alla festa di nozze. Tutti noi aspiriamo ad un futuro migliore, ed è giusto aspettarsi molto dalla vita, la festa di una felicità piena. Ma durante la lunga attesa, si lasciano sorprendere dal sonno. Anche noi siamo disabituati alle lunghe attese e ci aspettiamo di ottenere subito il risultato delle nostre azioni. La nostra civiltà iper-tecnologica esalta il risultato immediato, in tempo reale, non contempla la costruzione lenta.
Ma invece la festa di nozze, cioè la nostra felicità, è proprio frutto di una lunga e operosa attesa, non si improvvisa, è il risultato di impegno, prove, fatica, e tanta pazienza. Ma nell’attesa, appunto, è facile addormentarsi, cioè perdere di vista il motivo per cui ci troviamo sulla soglia della casa dello sposo. Pensiamo che forse fa’ lo stesso accontentarsi di qualche soddisfazione momentanea facilmente raggiungibile. Per fortuna giunge un grido che interrompe il sonno: “Arriva lo sposo!” è la Parola di Dio che annunciata con forza sveglia i cuori intorpiditi e stanchi.
Tutte e dieci le giovani hanno con sé la lampada che illumini loro il cammino, in questo sono tutte eguali. Quella lampada, ci insegna il Salmo 119, è la Parola di Dio accolta: “Lampada per i miei passi è la tua parola, luce sul mio cammino.” Ma cinque hanno un olio che dà luce, ma poi finisce presto. A quel chiarore tutto appare affascinante e inebriante, ci si appassiona facilmente e subito, ma poi l’olio finisce, la luce svanisce e torna la penombra. Quest’olio effimero è la Parola di Dio ascoltata ma non vissuta. Le altre cinque invece hanno un olio diverso che fa sì luce, ma quanto basta per non perdersi, ma poi sono loro a dover fare la strada e decidere il cammino giusto. Però è un olio che non finisce, e ne hanno pure una buona scorta. Quest’olio è la Parola di Dio vissuta.
Questa è la differenza fra quelle dieci ragazze, e non è cosa di poco conto. Infatti ascoltare la Parola di Dio senza viverla è come essere un fidanzato che si accontenta della foto della donna che ama, senza sentire il bisogno d’incontrarla mai. Magari all’inizio lo scalda di passione, lo rende felice guardarla, ma è una vampata e presto si esaurisce, non può durare.
Ascoltare la Parola di Dio e viverla è invece come essere un fidanzato che vuole stare il più possibile con la persona che ama, non gli basta vederla in foto, ma desidera incontrarla il più spesso possibile di persona: cioè parlarci, gioire della sua compagnia, ascoltarla, ma anche farsi conoscere, darsi da fare per lei, aiutarla, insomma volersi bene l’un l’altro. L’olio della Parola di Dio ascoltata e vissuta dura, anzi si accresce col tempo, come l’amore corrisposto di due fidanzati, anche se a volte sembra che la luce sia fioca e che si faccia fatica a non perdere la strada, ma sempre torna a brillare perché la riserva è alimentata dall’amore illimitato e fedele di Dio.
Fratelli e sorelle, quando le cinque giovani stolte si accorgono che la luce si sta spegnendo e non sanno più come alimentarla vorrebbero farsi dare l’olio delle altre. Ma non è possibile! Non si può travasare la sapienza che Dio ci trasmette con la sua Parola, perché essa si sedimenta lentamente nel cuore e fa luce chiara solo quando la viviamo. Se tu non l’hai pazientemente raccolta e messa in pratica non potrà illuminarti, inutile illudersi.
Quando finalmente giunge lo sposo il volto delle giovani sagge è reso radioso dalla luce della Parola di Dio vissuta e per questo le riconosce subito come amiche e degne di fare festa con lui; le altre invece non ci sono, si affannano a trovare quell’olio che non sanno più nemmeno dove andare a cercare. La vicinanza dello sposo rende ancora più vivide le luci accese, fa crescere la felicità e la festa inizia. Le altre, più tardi, provano ugualmente ad entrare. Il loro è un tentativo puerile, sono al buio e lo sposo non le vede in volto, come pensa che possa riconoscerle amiche e farle entrare?

Cari fratelli e care sorelle, quella porta chiusa ha un che di definitivo, altro elemento estraneo alla cultura di oggi che ci illude con l’idea che si può sempre improvvisare e ricominciare come niente fosse, basta volerlo. No, le scelte di ogni giorno hanno un peso sul nostro futuro, specialmente quella così decisiva di farsi illuminare il volto e il cammino dalla luce brillante e duratura del Vangelo vissuto, piuttosto che dai lampi abbaglianti ed effimeri delle passioni momentanee e delle soddisfazioni a poco prezzo, che passano presto e lasciano al buio.

Preghiere


O Signore ti ringraziamo perché ogni domenica ci doni parole buone che illuminano e scaldano la nostra vita. Aiutaci a conservarle con cura nel nostro cuore e a viverle perché brillino sempre,
Noi ti preghiamo


Fa’ o Padre buono che non seguiamo i maestri di questo mondo che insegnano a farsi strada  a discapito degli altri, ma ascoltando la tua Parola apprendiamo la sapienza del Vangelo,
Noi ti preghiamo


Guida o Signore tutti coloro che sono disorientati. Illumina i loro passi perché giungano a conoscerti ed amarti,
Noi ti preghiamo


Concedi anche o noi o Padre misericordioso di partecipare alla festa della vita del Vangelo. Fa’ che seguendo il tuo esempio sappiamo camminare sempre sulla via della giustizia e del bene,
Noi ti preghiamo


Insegnaci o Signore Gesù a riconoscere nel volto di chi abbiamo accanto il fratello e la sorella da amare, non perché sono perfetti, ma perché tu per primo ci hai amati,
Noi ti preghiamo


Accogli nel tuo amore, o Signore, tutti coloro che sono morti. Fa’ che riuniti nel tuo regno possiamo un giorno con loro godere della gioia della tua presenza,
Noi ti preghiamo.


Sostieni o Padre del cielo tutti coloro che soffrono e sono nel bisogno. Aiutali a superare le difficoltà e a mantenere viva la speranza in un futuro migliore,
Noi ti preghiamo


Guida e sostieni o Signore chi annuncia il Vangelo in situazioni difficili, proteggili dal pericolo e benedici i loro sforzi,
Noi ti preghiamo





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