sabato 24 marzo 2018

V domenica di quaresima - Anno B - 18 marzo 2018





Dal libro del profeta Geremìa 31, 31-34
Ecco, verranno giorni – oracolo del Signore –, nei quali con la casa d’Israele e con la casa di Giuda concluderò un’alleanza nuova. Non sarà come l’alleanza che ho concluso con i loro padri, quando li presi per mano per farli uscire dalla terra d’Egitto, alleanza che essi hanno infranto, benché io fossi loro Signore. Oracolo del Signore. Questa sarà l’alleanza che concluderò con la casa d’Israele dopo quei giorni – oracolo del Signore –: porrò la mia legge dentro di loro, la scriverò sul loro cuore. Allora io sarò il loro Dio ed essi saranno il mio popolo. Non dovranno più istruirsi l’un l’altro, dicendo: «Conoscete il Signore», perché tutti mi conosceranno, dal più piccolo al più grande – oracolo del Signore –, poiché io perdonerò la loro iniquità e non ricorderò più il loro peccato.

Salmo 50 - Crea in me, o Dio, un cuore puro.

Pietà di me, o Dio, nel tuo amore; +
nella tua grande misericordia
cancella la mia iniquità.
Lavami tutto dalla mia colpa,
dal mio peccato rendimi puro.

Crea in me, o Dio, un cuore puro,
rinnova in me uno spirito saldo.
Non scacciarmi dalla tua presenza
e non privarmi del tuo santo spirito.

Rendimi la gioia della tua salvezza,
sostienimi con uno spirito generoso.
Insegnerò ai ribelli le tue vie
e i peccatori a te ritorneranno.

Dalla lettera agli Ebrei 5,7-9
Cristo, nei giorni della sua vita terrena, offrì preghiere e suppliche, con forti grida e lacrime, a Dio che poteva salvarlo da morte e, per il suo pieno abbandono a lui, venne esaudito. Pur essendo Figlio, imparò l’obbedienza da ciò che patì e, reso perfetto, divenne causa di salvezza eterna per tutti coloro che gli obbediscono.

Lode a te o Signore, re di eterna gloria!
Se uno mi vuole servire, mi segua, dice il Signore,
e dove sono io, là sarà anche il mio servitore.
Lode a te o Signore, re di eterna gloria!

Dal vangelo secondo Giovanni  12,20-33
In quel tempo, tra quelli che erano saliti per il culto durante la festa c’erano anche alcuni Greci. Questi si avvicinarono a Filippo, che era di Betsàida di Galilea, e gli domandarono: «Signore, vogliamo vedere Gesù». Filippo andò a dirlo ad Andrea, e poi Andrea e Filippo andarono a dirlo a Gesù. Gesù rispose loro: «È venuta l’ora che il Figlio dell’uomo sia glorificato. In verità, in verità io vi dico: se il chicco di grano, caduto in terra, non muore, rimane solo; se invece muore, produce molto frutto. Chi ama la propria vita, la perde e chi odia la propria vita in questo mondo, la conserverà per la vita eterna. Se uno mi vuole servire, mi segua, e dove sono io, là sarà anche il mio servitore. Se uno serve me, il Padre lo onorerà. Adesso l’anima mia è turbata; che cosa dirò? Padre, salvami da quest’ora? Ma proprio per questo sono giunto a quest’ora! Padre, glorifica il tuo nome». Venne allora una voce dal cielo: «L’ho glorificato e lo glorificherò ancora!». La folla, che era presente e aveva udito, diceva che era stato un tuono. Altri dicevano: «Un angelo gli ha parlato». Disse Gesù: «Questa voce non è venuta per me, ma per voi. Ora è il giudizio di questo mondo; ora il principe di questo mondo sarà gettato fuori. E io, quando sarò innalzato da terra, attirerò tutti a me». Diceva questo per indicare di quale morte doveva morire.

Commento

Cari fratelli e care sorelle, siamo giunti con la liturgia odierna all’ultima tappa del nostro cammino di Quaresima prima di iniziare, domenica prossima, l’ultimo tratto di strada in compagnia di Gesù nella santa settimana della sua passione, morte e resurrezione, quando manifesterà tutto il suo amore, come dice lui stesso: “Nessuno ha un amore più grande di questo: dare la vita per i propri amici.” (Gv 15,13) Sì, Gesù è pronto ad andare verso la morte perché ci considera suoi amici. È stupefacente: lui ci considera per primo amici, ci tratta come tali fino a dare la vita, senza aver bisogno di prove che noi lo siamo veramente. La sua è un “amicizia preventiva”, donata, e non meritata.
Oggi, al centro di questa liturgia, abbiamo sentito una domanda: “Signore, vogliamo vedere Gesù”. È la domanda fatta ai discepoli da alcuni greci, cioè da gente straniera, pagani, lontani dall’ambiente ebraico di Gesù, ma che sentono il desiderio e il bisogno di “vedere” Gesù.
Anche noi spesso, come i greci, siamo gente lontana dal modo di fare e di pensare di Gesù ma oggi facciamo nostro il bisogno di vederlo, di incontrarlo faccia a faccia in questi giorni così decisivi che ci aspettano
Ma come si può vedere, incontrare Gesù? Come trovarlo in mezzo al tanto male che sommerge l’umanità e che spesso tocca pesantemente la nostra vita, o nei volti duri, chiusi, inospitali che ci circondano?
Eppure Dio non si nasconde, anzi. Gesù non visse ritirato e in disparte, ma sempre in mezzo alle folle, ma ugualmente ci è difficile vederlo, come anche al suo tempo tante persone non lo riconobbero e lo rifiutarono.
Infatti noi cerchiamo Gesù dove lui non si trova e tentiamo di riconoscerlo in un volto che non è il suo.
Alla domanda dei greci Gesù risponde: “È venuta l’ora che il Figlio dell’uomo sia glorificato.” Ci viene da pensare subito quanto sarebbe facile riconoscere Gesù se ci si presentasse glorioso, ma quando mai ci capita?
La gloria di cui parla Gesù, quella che lo rende riconoscibile agli occhi di tutti, non è la gloria del mondo, che si identifica nel potere e nella capacità di distinguersi dagli altri, ma è la gloria del voler bene, cioè del mettere il bene del fratello e della sorella, al di sopra del proprio interesse. È quello che Gesù fece affrontando la passione fino alla croce, ricevendo dal Padre la glorificazione della resurrezione.
Ecco allora dove possiamo vedere Gesù, la sua gloria: ogni volta che ci sta a cuore il bene del fratello e della sorella, specialmente di chi è più piccolo e debole, e lo abbracciamo col nostro aiuto, ecco lì Gesù è con noi.
È quello che il Signore afferma, in modo paradossale: “Chi ama la propria vita, la perde e chi odia la propria vita in questo mondo, la conserverà per la vita eterna.”
Chi pensa che salvare la propria vita sia conservarla per sé, come un bene da trattenere gelosamente senza spenderne nulla per gli altri, come il talento del servo pauroso della parabola, ebbene costui perderà tutto. Ma chi invece la spende, odiando la vita avara ed egoista che il mondo ci propone di fare, se la ritrova resa eterna, cioè protetta per sempre dall’amore di Dio.
Gesù conclude con le parole: “E io, quando sarò innalzato da terra, attirerò tutti a me”.
Nella settimana santa incontreremo Gesù innalzato da terra, in croce, lasciamoci attrarre da lui. Il crocefisso è un’immagine che respinge e fa paura, ma a chi lo guarda con occhi pieni di tenerezza appare come un segno di amore che attrae. Il volto di chi sta male ed è provato dal male è così: ci fa paura, ci fa allontanare, ma se lo guardiamo con tenerezza è una domanda di amore che ci attrae. Per questo anche oggi viene su di noi una voce dal cielo: «L’ho glorificato e lo glorificherò ancora!». Aggiunge l’evangelista Giovanni: La folla, che era presente e aveva udito, diceva che era stato un tuono. Altri dicevano: «Un angelo gli ha parlato». Tante volte il bene viene banalizzato o additato come qualcosa di improvviso e passeggero (“è un tuono”). Impariamo a dare invece ascolto alla voce dell’angelo che ce ne mostra la forza straordinaria, forza di vita, che sa riconoscere, attraverso l’incontro con i crocefissi del nostro tempo, la gloria salvifica della resurrezione.


 Preghiere 

Signore Gesù che hai dato la vita per noi considerandoci tuoi amici, fa’ che sappiamo spendere generosamente le nostre forze per gli altri, senza tenere tutto per noi.
Noi ti preghiamo

Cristo Signore accogli nel tuo amore quanti sono morti sotto i colpi della violenza e del terrorismo. Riconcilia i cuori di quanti oggi sono preda dell’odio e dona la  pace ai popoli  in guerra,
Noi ti preghiamo


Signore Gesù, sulla soglia del tempo santo in cui vivremo con te la tua passione e morte, aiutaci a seguirti fino sotto la croce, perché non restiamo lontani ed indifferenti e diveniamo così testimoni a tanti della tua resurrezione.
Noi ti preghiamo

O Signore metti nei nostri cuori il desiderio di incontrarti. Perché non smettiamo mai di cercarti accanto a noi e di trovarti nell’abbraccio con quanti hanno bisogno del nostro aiuto.
Noi ti preghiamo

O Signore ti preghiamo per chi è nel dolore: per i malati, per i prigionieri, per chi è senza casa e sostegno, per gli oppressi dall’ingiustizia. Dona loro consolazione e salvezza.
Noi ti preghiamo


Padre buono ti chiediamo di non far mai mancare il dono dello Spirito santo al nostro papa Francesco che fatica per annunciare il Vangelo ovunque nel mondo. Fa’ che nelle situazioni più difficili e nei luoghi più lontani risuoni sempre forte il suo invito alla conversione.
Noi ti preghiamo


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